Aids e party sessuali, ultima folle moda: qualcuno ha l’HIV ma nessuno sa chi sia

Arriva dalla Serbia, ma sta già spopolando in Spagna, la folle moda dei “blue party” o “sex roulette”: party sessuali con un partecipante segretamente sieropositivo, senza l’utilizzo di preservativi, perché «più alto è il rischio di essere contagiati, più forte è l’emozione». L’allarme dei medici: «Rischi altissimi, si è perso il rispetto per l’HIV»

Aids e party sessuali, ultima folle moda: qualcuno ha l'HIV ma nessuno sa chi sia

Si chiama “sex roulette” l’ultima folle moda del momento. Prevede rapporti intimi e senza limiti fra diverse persone mascherate, con un solo partecipante segretamente sieropositivo. E tutto per il brivido e il rischio di essere contagiati. Unica regola della “roulette del sesso” è non utilizzare preservativi: chi vuole può assumere però pillole antivirali per diminuire il rischio di contagiare ed essere contagiati. Per questo motivo queste orge vengono chiamate anche “blue party”, per il colore di queste pillole usate soprattutto nella comunità gay, ma non solo, per prevenire le infezioni. Questa folle moda ha avuto origine fra i ricchi e annoiati miliardari di Belgrado, in Serbia, e purtroppo sta già spopolando in Spagna e prendendo piede in Gran Bretagna, spaventando così tutti i medici e tutti coloro che da anni si battono per la prevenzione delle malattie sessualmente trasmesse. L’allarme arriva da Barcellona, dove alcuni medici intervistati dai giornalisti di El Periodico hanno spiegato di essersi ritrovati a dover curare persone che si sono ammalate di HIV proprio durante questi festini. «Si è perso il rispetto per l’Hiv, i rischi sono altissimi», hanno detto i medici di Barcellona, confermando che il numero di questi party è in costante aumento, soprattutto tra i ceti alti. «E’ come se si trattasse di una roulette russa: il rischio di poter aver fatto sesso con una persona sieropositiva è alla base della roulette sessuale», ha detto uno spogliarellista serbo. «È una pratica molto popolare – ha aggiunto – i partecipanti indossano delle maschere, fanno sesso e tra di loro è nascosta una persona infetta da HIV».

Blue party e HIV: sfidare il destino e i limiti del buon senso
Il dottor Josep Mallolas del Hospital Clinic di Barcellona ha spiegato che ai “blue party” partecipano soprattutto uomini gay, ma sempre più spesso sono presenti anche donne, e che l’aspetto più apprezzato dei partecipanti è «sfidare il destino, il caso o, a seconda dei punti di vista, i limiti del buon senso». A suo avviso molti giovani non vogliono usare il preservativo, e arrivano al punto in cui «preferiscono rischiare di infettarsi piuttosto che andare avanti tutta la vita ad usare il condom». «Chi partecipa a questi party pensa che più è alto il rischio, più forte è l’emozione. Uniscono l’orgasmo all’adrenalina. E questo nonostante siano altissimi i rischi: oltre all’HIV si può infatti essere contagiati da moltissime malattie», ha aggiunto la psicoterapeuta sessuale Kate Morley.

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