Attacco a Parigi, Abaaoud: “Il 13 novembre non è stato niente, vedrete cosa faremo per Natale”

Le stragi di Parigi messe in atto dall’Isis non sarebbero dovute finire in quella maledetta sera del 13 novembre ma vi erano in programma nuovi attentati anche contro scuole, trasporti e quartieri ebraici. «Vedrete cosa faremo per le feste natalizie» rivelò Abaaoud alla cugina Hasna Ait Boulahcen

Attacco a Parigi, Abaaoud: "Il 13 novembre non è stato niente, vedrete cosa faremo per Natale"

Il terrorista dell’Isis Abdelhamid Abaaoud, morto lo scorso 18 novembre durante il blitz di Saint Denis, e ritenuto la mente delle stragi di Parigi, avrebbe detto alla cugina Hasna Ait Boulahcen, anch’essa rimasta uccisa nell’incursione delle teste di cuoio, che gli attentati di venerdì 13 non erano nulla a confronto di quello che è in programma per le feste natalizie, «vedremo quel che succederà, siamo dappertutto». Disse inoltre che tutto era pronto per mettere in atto stragi anche nei quartieri ebraici senza risparmiare nemmeno scuole e trasporti. I suoi uomini attendevano solo l’ok per far partire il tutto. Abaaoud agiva con l’obiettivo finale di mietere panico totale per più giorni nella capitale francese. Secondo la polizia francese sarebbe stato proprio lui il fulcro dell’organizzazione degli attacchi a Parigi, e il nome del 28enne belga non era del tutto sconosciuto alla Francia in quanto considerato il capo della cellula di Verviers già a settembre e quindi uno degli obiettivi dei raid francesi lanciati in Siria. Abdelhamid Abaaoud era anche considerato dalla polizia belga come uno dei colpevoli dell’attentato al museo ebraico di Bruxelles per via dei suoi contatti con quello che alla fine venne considerato l’autore: Mehdi Nemmouche.

Abaaoud e Salah Abdeslam si conoscevano
Sia la rivista settimanale tedesca ‘Spiegel’ che il giornale belga, Derniere Heure, hanno rivelato che il terrorista belga Abdelhamid Abaaoud e Salah Abdeslam, il super ricercato per le stragi di Parigi, si conoscevano sin dall’infanzia. Spiegel rivela inoltre che il nome del terrorista belga fosse già noto ai giudici in quanto condannato a luglio a 20 anni in contumacia per associazione terroristica: «Alcuni elementi fanno sospettare che appartenga da lontano o da vicino a una cellula che si prepara a compiere uno o più attentati in Belgio».

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