Attentato Nizza, 4 italiani ancora tra i dispersi. Isis: “Spegnete la Tour Eiffel”

Ancora quattro persone disperse dopo la strage di Nizza. Si teme per la sorte di Angelo D’agostino, Gianna Muset, Marinella Ravotti e Carla Gaveglio. Il console italiano: «Molti italiani ancora irrintracciabili». L’Isis festeggia l’accaduto, come pubblicato tramite Twitter dal “Site”

Attentato Nizza, 4 italiani ancora tra i dispersi. Isis: "Spegnete la Tour Eiffel"

Tra le persone disperse dopo la strage su “Promenade des Anglais” a Nizza, durante la serata del 14 luglio, ci sarebbero quattro italiani tra cui una coppia di coniugi, Angelo D’Agostino e la moglie Gianna Muset: a lanciare l’allerta sui social è la nuora, che non è più riuscita a contattare i parenti dopo le 21.55. La donna ha scritto su Twitter: «Siamo disperati». Assieme ai coniugi è dispersa anche una 48enne di Piasco, provincia di Cuneo, Carla Gaveglio che alcuni testimoni hanno dichiarato aver visto su un’ambulanza mentre veniva portata via: la 48enne, senza documenti e senza telefono cellulare, era in Costa Azzurra con la figlia Matilde, 14enne, ricoverata in ospedale con alcune fratture. Continuano le ricerche anche per Marinella Ravotti, dipendente dell’Asl, investita dal Tir mentre era con suo marito Andrea Avagnina, consigliere comunale 53enne di S. Michele di Mondovì, nel cuneese, ricoverato ora in rianimazione all’ospedale “Pasteur” di Nizza. La coppia era in vacanza nella capitale della Costa Azzurra, poiché la donna aveva comprato un appartamento. Tra i feriti anche un altro piemontese, 71enne pensionato, Gaetano Moscato, residente a Chiaverano, che ha tentato di salvare la vita ai nipotini di 18 e 13 anni: il Tir ha contuso gravemente la sua gamba sinistra che gli è stata amputata.

Consolato: «Ancora dispersi»
Dopo la strage, i parenti ed amici di italiani a Nizza, hanno subito dato l’allarme attraverso social come Twitter e Facebook. A dare la notizia del ritrovamento di Vittorio Di Pietro, un giovane ingegnere foggiano che lavora a Nizza, sono stati gli amici che ne avevano denunciato la scomparsa: ed hanno tratto un grande sospiro di sollievo. Stessa cosa per i parenti e conoscenti di una coppia di fidanzati: Elena Gallamini e Marco Billi. Una parente, Cristina Gallamini, ha riportato su Twitter: «Abbiamo trovato Elena e Marco. Sono ad Avignone, grazie a tutti per l’aiuto». Il console generale d’Italia a Nizza, Serena Lippi, come riportato da “Tgcom”, ha spiegato: «Non si riescono ancora a rintracciare molti italiani, che quindi risultano al momento dispersi», invitando a prendere la situazione con la dovuta calma. «Nella calca di ieri sera sulla Promenade des Anglais molti hanno perso il cellulare e c’è chi non è riuscito a rientrare a casa e ha trascorso la notte fuori. Lavoriamo a stretto contatto con la Farnesina e da Parigi è in arrivo l’ambasciatore italiano». Tramite i social, intanto, si condividono gli appelli.

L’Isis festeggia
Dopo gli 80 morti della strage, i sostenitori in rete festeggiano e minacciano la Francia, invitandoli a tenere le luci della tour spente, come riportato dal “Site”: «Notando le luci della Tour Eiffel spente in segno di lutto, un sostenitore dell’Is ha chiesto che rimanga al buio fino alla conquista della Francia da parte dell’Is». Il tweet è delle 3 della notte. Nel frattempo, lo Stato Islamico e i suoi “fan”, oltre ad aver già diffuso alcune immagini tra cui quella di un lupo accanto al comandante militare dell’Isis Omar Al-Shishani, detto “il Ceceno” ucciso in un raid degli Stati Uniti, festeggiano sul web riciclando le immagini degli attacchi di Parigi (il crollo della Tour Eiffel; i lupi che promettono «Non vi lasceremo dormire» e le bare d’agenti uccisi).

È proprio sul “Site”, il sito di monitoraggio delle attività jihadiste sul web, che Al Qaeda in passato aveva già incitato i militanti dell’Isis, tramite un appello del portavoce Adnani: «Spaccategli la testa con una pietra, squartateli con un coltello, o corretegli sopra con la vostra auto». In seguito, sempre dallo stesso sito, si riferisce come in uno dei numeri di “Inspire”, riviste del jihadismo, Al Quaeda suggerì di «usare i camion come falciatrici, non per tagliare l’erba ma per falciare i nemici di Allah».

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