Austria: sospesi gli accordi di Schengen, via gli immigrati senza documento Ue

La regione austriaca chiude le frontiere, mandando all’aria gli accordi del trattato di Schengen previsti in tutta Europa. Il Friuli protesta, ma l’Italia apre le case per ospitare gli immigrati a circa 350 euro al mese

Austria: sospesi gli accordi di Schengen, via gli immigrati senza documento Ue

L’Austria ha preso la sua decisione: chiude le frontiere dello Stato e nel frattempo si attuano controlli più severi per gli immigrati senza documenti. E’ stato il cancelliere austriaco Werner Faymann a spiegare il concetto in un’intervista al giornale Osterreich24: «L’Austria sospende temporaneamente gli accordi previsti dal trattato di Schengen. Ciò significa che ai valichi di confine con la Repubblica d’Austria sarà richiesto un documento d’identità valido Ue o un passaporto valido per l’Europa», specificando che dunque chi non sarà in regola con i documenti, non potrà varcare il confine. Inoltre, precisando che gli immigrati senza diritto d’asilo saranno respinti, si è soffermato sul concetto delle frontiere aperte in ogni stato d’Europa: «Il sistema basato sul trattato di Schengen con le frontiere interne aperte, avrebbe conseguenze economiche gravissime per l’economia europea, con un aggravio della disoccupazione e meno crescita» ha aggiunto il cancelliere austriaco. E’ così che il leader austriaco ha messo in discussione tutto il sistema di controllo delle frontiere dell’Unione Europea, precisando infine: «Esattamente come la Germania, aumenteremo i controlli alle frontiere ed effettueremo rimpatri se è necessario, usando più forze dell’ordine sui passi importanti» riferendosi in particolare al passo del Brennero dove saranno istituiti controlli sia sulla strada statale che sull’autostrada.

Ma l’Italia si mostra solidale secondo i canoni previsti dall’Europa – Immediata la reazione dei confinanti italiani dell’Austria. La giunta provinciale del Friuli Venezia Giulia, in una nota scrive: «Esprimiamo il nostro rammarico per una decisione che si spera non metta in difficoltà le ottime relazioni transfrontaliere del Friuli Venezia Giulia con l’Austria e l’auspicio che la sospensione sia veramente temporanea. La Regione non ha ovviamente competenza su questo tipo di situazioni ma, se ci saranno, valuterà tempestivamente le eventuali ricadute sul territorio e i provvedimenti conseguenti. Sono già stati presi i primi contatti con le autorità centrali del governo italiano, che stanno monitorano gli sviluppi». Tuttavia l’accoglienza di tanti stranieri è un impegno non da poco sia per l’Europa che per le regioni italiane. Molti in Europa continuano a dare suggerimenti per affrontare il fenomeno, altri Stati iniziano a tirarsi indietro, ma la popolazione italiana affronta il “disagio” iniziando ad aprire hotspot nelle case italiane, pronte ad ospitare immigrati per circa 350 euro al mese. Come esposto dal ministro della difesa Angelino Alfano durante una conferenza a Pozzallo: «A Milano sono già 40 le famiglie che si sono candidate a ospitare un rifugiato in casa propria per sei mesi, ricevendo dal Comune 350 euro al mese. Lo rivelano i dati dell’assessorato comunale alle Politiche sociali sul bando per la sperimentazione sull’ospitalità aperto il 30 dicembre e chiuso il 15 gennaio». Tuttavia ‘Save the children’ ha ricordato che per troppi bambini e per le loro famiglie le tante occasioni d’Europa non rappresentano un porto sicuro per via del razzismo interno con radici forti in Italia, ma segnano l’inizio di una nuova odissea. A spiegarlo è Raffaella Milano, direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the children: «E’ necessario che l’Europa tutta condivida le responsabilità dell’accoglienza, rendendo effettivo il sistema di ricollocamento e definendo un sistema di asilo europeo» ricordando la solidarietà e lo spirito d’accoglienza con il quale le famiglie lampedusane hanno saputo soccorrere e accogliere chi arrivava via mare.

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