Belluno, “vieni in chat che ci divertiamo”. Poi il ricatto: “3.500 euro o pubblico il tuo video”

È caduto nella trappola un 40enne di Belluno che ha poi denunciato l’accaduto. La truffatrice, dopo aver chiesto un contatto Skype con lui, ha registrato un video inequivocabile per poi estorcergli denaro: «Dammi 3.500 euro o lo pubblico». La polizia postale di Belluno è a lavoro per rintracciare gli autori della truffa

Belluno, "vieni in chat che ci divertiamo". Poi il ricatto: "3.500 euro o pubblico il tuo video"

È un’organizzazione di cyber-criminali in piena regola quella che fa cadere in trappola decine e decine di uomini tra i quaranta e i cinquant’anni. E’ la cosiddetta truffa “ivoriana”, cui ha sbattuto la testa anche un 40enne bellunese, che dopo uno scambio su Facebook di immagini intime e confidenze con una ragazza, dichiaratasi originaria del Nord America, si è visto sprofondare in un vero incubo. «Vieni in chat che ci divertiamo», scriveva la ragazza alla sua preda. Poi il solito ricatto. L’uomo si è quindi recato alla questura di Belluno per capire come comportarsi di fronte ad una estorsione, riferendo che quella persona pretendeva ben 3.500 euro in cambio del silenzio. Nel caso in cui non fosse stata accontentata, avrebbe pubblicato su Facebook, e quindi visibile a tutti i suoi amici, un video decisamente inequivocabile registrato giorni prima. Dopo diversi consigli il 40enne ha poi deciso di fare la cosa giusta e denunciare il fatto alla polizia postale, in modo che si potesse risalire al più presto agli autori della truffa ed evitare altri episodi analoghi. «Si tratta di un fenomeno criminale che non conosce confini ed è in costante aumento», ha spiegato Silvia Silvestris, commissario Capo della polizia di stato di Belluno. «Il pagamento non garantisce che il video compromettente venga effettivamente distrutto. Il consiglio è di non dare seguito a questo rapporto on-line e di interrompere la comunicazione», ha aggiunto.

Su Skype la truffatrice si spoglia e chiede di fare lo stesso, poi lo ricatta – Dilaga sempre più sul web questo genere di truffa, dove gli autori generalmente contattano le loro vittime attraverso chat e servizi di messaggeria o Facebook. Poi la ragazza della foto profilo, bella e avvenente, chiede un contatto Skype con la vittima. Inizia quindi un fitto scambio di immagini e messaggini, fino a che la truffatrice attiva una registrazione in cui inizia a spogliarsi, chiedendo di fare lo stesso a chi sta dall’altra parte dello schermo. Il video è registrato ovviamente all’insaputa della vittima di turno, ed è da quel momento che scatta la truffa.

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