Brescia, prete chiede ai fedeli di donare ‘Gratta e Vinci’. È polemica: “Istigazione al gioco d’azzardo”

Con quest’iniziativa il prete spera di far fronte alle spese più urgenti: sistemare la canonica, il tetto, l’asilo e l’oratorio ed aiutare le famiglie bisognose. Viviana Beccalossi: «Inconcepibile che una chiesa miri a reperire risorse economiche attraverso il gioco d’azzardo»

Brescia, prete chiede ai fedeli di donare 'Gratta e Vinci'. È polemica: "Istigazione al gioco d'azzardo"

Non piace l’iniziativa di don Abramo Camisani, parroco di Cigole, nel Bresciano, che ha pensato di invitare i fedeli a donare Gratta e Vinci anziché denaro, con la speranza di guadagnare un bel gruzzoletto da utilizzare per sistemare la canonica, l’asilo, l’oratorio e il tetto e continuare ad aiutare le famiglie della cittadina in difficoltà. I soldi non basterebbero mai alla chiesetta soprattutto perché si aggiungono le bollette da pagare e un mutuo da 250mila euro. Così il prete ha ideato un’iniziativa, ribattezzata “Gratta e vinciAmo”, tentando di “moltiplicare” i soldi. I Gratta e Vinci verranno donati dai fedeli in occasione della festa della consacrazione della chiesa parrocchiale, durante le messe di sabato 17 e domenica 18 ottobre. «Sappiamo di aver bisogno di aiuti, e con semplicità, senza scomodare i massimi sistemi o dotti quanto inutili teologismi moralistici, con un sorriso tentiamo anche questa», hanno scritto gli organizzatori in un volantino affisso sul portone della chiesa spiegando che don Camisani spera almeno di riuscire in questo modo a far fronte alle spese più urgenti.

Ma subito gli si scaglia contro Viviana Beccalossi, assessore all’Urbanistica della Regione e delegato della Giunta Maroni in tema di contrasto al gioco d’azzardo patologico. «Non posso nascondere la mia delusione nell’apprendere che proprio in una chiesa, ovvero in uno dei luoghi ritenuti sensibili dalla legge regionale sulla ludopatia, e vicino ai quali è assolutamente vietato installare nuove slot machine, si decida di realizzare un’iniziativa mirata a reperire risorse economiche proprio attraverso il gioco d’azzardo», ha detto la Beccalossi.

«Così viene mortificato il lavoro e l’impegno di Regione Lombardia verso una piaga sociale che, purtroppo, è sempre più di triste attualità», ha aggiunto. E per concludere prende ad esempio Don Mazzi: «Ci sono preti che, come don Antonio Mazzi, definiscono il gioco d’azzardo la ‘droga del terzo millennio’ e altri che, in nome del ‘dio denaro’, accettano dai fedeli donazioni di ‘Gratta e vinci’ al posto delle classiche offerte».

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