“Carol”, il film di Todd Haynes che affronta omosessualità e pregiudizi: trama e trailer

Martedì 5 gennaio esce al cinema “Carol”, il nuovo film del regista Todd Haynes che, sotto una messinscena smagliante, affronta il tema dell’omosessualità nell’America degli anni Cinquanta, parlando più dei pregiudizi che della tematica in sè

"Carol", il film di Todd Haynes che affronta omosessualità e pregiudizi: trama e trailer

Arriva al cinema il nuovo film dell’apprezzato regista Todd Haynes (“Velvet Goldmine”, “Lontano dal paradiso”), “Carol”, interpretato da Cate Blanchett e Rooney Mara; a differenza di molti suoi colleghi, Haynes ha deciso di affrontare la storia senza insistere troppo sul tema dell’omosessualità, ma scandagliando a fondo il contesto socio politico dell’epoca della Guerra Fredda, costretto in colori caramella smaglianti e regole di moda che diventano rigide costrizioni sociali, con immagini semplici esattamente come in un film dei “favolosi” anni Cinquanta. La trama: New York, 1952. Complici un trenino-giocattolo comprato e un guanto dimenticato, due donne si ritrovano a parlare sedute in un cafè. Therese è una giovane donna impiegata in un grande magazzino di Manhattan, single e assediata da alcuni pretendenti, mentre Carol è una donna sposata, distinta madre di famiglia. Le due scoprono di essere attratte l’una dall’altra e, durante un freddo inverno e soffocate dalle rigide convenzioni sociali dell’epoca, decidono di intraprendere un viaggio in treno verso l’Ovest e una nuova frontiera, innamorandosi gradualmente e sfidando i giudizi morali.

Spiegazione e cast
Come già in “Lontano dal paradiso”, Haynes sceglie delle interpreti femminili per raccontare ancora una volta l’America degli anni Cinquanta, così lontana dal mondo accogliente di “Happy Days”: calda, coloratissima e smagliante fuori, gelida, dittatoriale e colma di pregiudizi dentro. Una cornice che, assieme al gelido inverno in cui è ambientata, all’inizio è troppo insinuata persino nel rapporto tra le due protagoniste, splendidamente interpretate dalla Blanchett e dalla Mara. Nelle immagini è infatti sempre presente questo contrasto tra caldo e freddo, così come nei dialoghi e nella graduale attrazione tra Carol e Therese; rievocato in un lungo flashback, il film mette bene in scena la rigidità mentale dell’epoca e, soprattutto, la claustrofobia degli ambienti che ne consegue, la quale sembra voler piegare le due protagoniste a rinunciare e a lasciar perdere: Therese è una ragazza del popolo, quasi inespressiva nella sua fisionomia in cui tutto deve essere sotto controllo, che vive in un modesto e minuscolo appartamento, mentre Carol è una donna benestante costretta in un sobborgo residenziale, ma subito additata come madre indegna e costretta a subire umilianti trattamenti medici per inibirne l’omosessualità, allora considerata un disturbo della personalità. Una relazione contrastata anche su due piani, uno sociale perchè le due appartengono a classi perfettamente distinte e uno morale perchè soprattutto Carol dovrà subirne le conseguenze vedendosi negata la custodia della figlia. Gradualmente, senza eccessi visivi o di recitazione, la storia d’amore tra le due donne accenderà e infiammerà questo rigido quadro sociale, di cui la stessa performance attoriale ne è un’espressione: la Mara, acerba e quasi inespressiva perchè deve dominare le proprie emozioni, e la Blanchett, che già fisicamente, con la pelle diafana e gli occhi di ghiaccio, incarna quell’ideale femminile dell’America della Guerra Fredda, costretto a reprimere qualsiasi emozione o passione. Il trailer ufficiale in italiano: Carol, trailer.

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