Caso Regeni, Italia contro l’Egitto: il Senato approva stop al rifornimento degli F-16

Il Senato ha dato il via libera al decreto legislativo che blocca il rifornimento di pezzi di ricambio per gli F-16 dell’Egitto; si tratta di una ferma risposta del governo italiano al Paese nordafricano per il caso della morte di Giulio Regeni. Ma nella politica ci sono voci contrarie

Caso Regeni, Italia contro l'Egitto: il Senato approva stop al rifornimento degli F-16

L’Italia sta iniziando a fare la voce grossa con l’Egitto in merito al mistero della morte di Giulio Regeni: il Senato ha infatti dato il via libera all’emendamento al decreto legge missioni che blocca la rifornitura di pezzi di ricambio per gli F-16 in dotazione all’Egitto. Il sì è giunto con 159 voti favorevoli, 55 contrari e 17 astenuti dopo un lungo dibattito non esente da discussioni animate. L’emendamento è una modifica del comma 6 dell’articolo 4 del decreto ed è stato descritto come un “segnale” da parte del Parlamento italiano, un modo per “continuare a tenere sotto pressione l’opinione pubblica e anche l’Egitto sul caso Regeni”, ma non vuole essere ovviamente un atteggiamento ostile verso le autorità egiziane. Ma il dibattito in Aula è stato molto vivace e non sono mancati forti polemiche da parte dei gruppi di centrodestra.

Stop al rifornimento degli F-16: i commenti
Ad esempio, il capogruppo Fi al Senato Paolo Romani ha detto: «E’ una delle peggiori pagine nella storia di quest’Aula; non è così che si fa la politica estera. Non è possibile attivare un discorso di questo genere su un argomento così delicato, in poche parole non gli diamo più i pezzi di ricambio per dispetto». Per il centro destra si poteva scegliere un’altra azione contro l’Egitto piuttosto che negare i pezzi di ricambio per gli F-16 utilizzati dal Paese per la lotta contro il terrorismo. Il senatore azzurro Maurizio Gasparri ha detto in merito: «La verità sul caso Regeni è un diritto dell’Italia e la pretendiamo. Ma non si può bloccare la fornitura di pezzi di ricambio e boicottare l’impegno di Paesi che lottano in prima linea contro chi semina stragi. Abbiamo già compiuto scelte severe, come il ritiro dell’ambasciatore, ma questa decisione è assurda».

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