Colombia, sorelle segregate in cantina per 30 anni: “Mangiavano mattoni ed escrementi”

Liberate dopo oltre 30 anni due sorelle con disabilità mentali e cognitive: erano tenute come schiave dalla madre e costrette a vivere come animali. La polizia: «La visione più sconvolgente è stata quando siamo entrati e abbiamo visto una di loro con un mattone in bocca. Mangiavano spesso anche pezzi di legno e i propri escrementi»

Colombia, sorelle segregate in cantina per 30 anni: "Mangiavano mattoni ed escrementi"

Segregate per oltre 30 anni in una stanza lurida e fatiscente, costrette a vivere come animali e a cibarsi di mattoni o dei propri escrementi. È quello che hanno dovuto subire due sorelle, entrambe con disabilità mentali e cognitive, sin dalla loro tenera età. L’orrore è stato scoperto solo pochi giorni fa, dopo ben tre decenni, a Pacora, nel dipartimento di Caldas, nel nordovest della Colombia, grazie ad una segnalazione telefonica che parlava di gemiti e strani lamenti provenire da una squallida cantina. Immediato l’intervento sul posto delle autorità locali che si sono ritrovate davanti una scena inverosimile: le due sorelle, di 32 e 34 anni, sporchissime a deperite, erano legate e stavano mangiando dei mattoni. Per anni sono state tenute in stato di schiavitù dentro una lurida cantina, costrette a vivere come animali, e spesso a cibarsi di mattoni, pezzi di legno, e dei loro stessi escrementi. Lo ha confermato Jazmin Gomez Agudelo, rappresentante delle autorità locali: «La visione più sconvolgente è stata quando siamo entrati e abbiamo visto una di loro con un mattone in bocca. Come abbiamo saputo in seguito lo facevano spesso, come mangiavano spesso anche pezzi di legno o i propri escrementi. Una verità sconvolgente, una situazione ai limiti della realtà, un orrore in cui hanno vissuto sin da bambine».

La madre accusata di tentato omicidio
La polizia ha riferito che le due donne non sapevano parlare e riuscivano a comunicare solo emettendo suoni distinti. A confinarle in quella lurida stanza senza chiave la madre, probabilmente dopo essersi resa conto che le due figliolette avevano delle disabilità mentali e cognitive. Ogni tanto le controllava il nonno 90enne, ed era stato incaricato a farlo proprio nei giorni del loro ritrovamento, quando la madre delle due era partita in vacanza. Al suo ritorno difficilmente potrà difendersi dalle accuse di tentato omicidio. La magistratura sta infatti indagando a fondo sulla vicenda e raccogliendo la documentazione necessaria a colpire tutti i responsabili. Anche i vicini potrebbero essere ritenuti complici di quest’orrore, nonostante tutti al momento dichiarano di non essere mai venuti a conoscenza del fatto. Tuttavia gli inquirenti non escludono che qualcuno pur conoscendo la situazione possa aver deciso di starsene zitto per paura o convenienza, rendendosi così complice. Liberate dopo trent’anni, le due sorelle sono state portate in ospedale per essere sottoposte a tutte le cure necessarie. Per loro il processo di riabilitazione e reinserimento sarà lungo e molto complicato.

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