Ddl povertà, Camera approva con 221 voti: passa al Senato. Proteste da M5s

Il provvedimento riuscirà a dare un sostegno chiamato “reddito di inclusione” per le famiglie in grave difficoltà economica. Il ddl è passato con 221 sì, e solo 22 contrari. Renzi: «1,6 miliardi in 2 anni». M5s: «Totale insufficienza dei fondi messi a disposizione»

Ddl povertà, Camera approva con 221 voti: passa al Senato. Proteste da M5s

La Camera ha approvato il disegno di legge sulla povertà durante la giornata del 15 luglio. Il provvedimento, di iniziativa governativa, è collegato alla Legge di Stabilità e gestisce, come cita “Il Sole 24ore”, «norme relative al contrasto della povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali». La norma, approvata con 221 voti favorevoli (tutti i parlamentari di maggioranza a sostengo di Lenzi), 22 contrari (deputati di opposizione) e 63 astenuti, introduce una misura di sostegno al reddito denominata «reddito di inclusione» destinato alle famiglie e agli individui in situazione di grave difficoltà economica. Difatti, come riportato da un rapporto dell’Istat sulla povertà, si è evidenziato come in Italia, circa 1 milione e 582mila famiglie abbiano vissuto nel 2015 in povertà assoluta, un dato pari a un totale di 4 milioni e 598mila persone, il numero più alto dal 2005, una statistica che potrebbe calare grazie al suddetto emendamento. Il primo ad esultare dell’approvazione del provvedimento è stato proprio il Premier Matteo Renzi che ha esordito attraverso un tweet: «La prima misura organica della storia repubblicana contro la povertà approvata oggi in prima lettura: 1,6 miliardi in 2 anni».

M5s: «Iniquità della misura»
Poco dopo l’approvazione, molte sono state le critiche anche da parte dei gruppi di minoranze politiche: tra gli altri anche Walter Rizzetto di Fdi che parla di «truffa semantica». Anche il M5s ha mosso numerose disapprovazioni: Luigi Di Maio si è espresso parlando di ipocrisia del Pd; Alessandro Di Battista ha definito il tutto una mancetta. Dopodiché, il movimento, ha scritto in una nota della Camera, le motivazioni delle loro critiche disapprovando oltre «all’iniquità della misura, sottolineiamo anche la totale insufficienza dei fondi messi a disposizione. Chi potrà accedere a questo sostegno, una platea rispetto alla quale non è stata fissata alcuna soglia o parametro, sarà costretto a una “corsa tra poveri” per arrivare prima che il fondo si esaurisca e riceverà meno di 400 euro al mese: una cifra certamente insufficiente per risollevare e dare dignità a persone indigenti». Il via libera al ddl da Montecitorio, ora passerà in esame al Senato.

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