Delitto di Caselle: la Procura ha chiesto l’ergastolo per Dorotea De Pippo

Alla donna è stata contestata la premeditazione per l’omicidio dei coniugi Allione e della suocera, avvenuto nella loro villetta di Caselle (To) il 3 gennaio 2014; la De Pippo, ex colf della famiglia, avrebbe agito per vendetta a causa del suo licenziamento. Il marito Giorgio Palmieri è già stato condannato al massimo della pena

Delitto di Caselle: la Procura ha chiesto l'ergastolo per Dorotea De Pippo

La Procura di Torino ha chiesto ieri l’ergastolo per l’ex colf Dorotea De Pippo, accusata di concorso in omicidio plurimo con l’aggravante della premeditazione e dei futili motivi, oltre che per altri reati; la donna, assieme al marito Giorgio Palmieri, uccise il 3 gennaio 2014 la famiglia per cui aveva lavorato per anni come colf, nelle persone di Claudio Allione, 66 anni, la moglie Maria Angela Greggio, 65 anni, e la madre di quest’ultima, Emilia Campo Dall’Orto, 93 anni. Il delitto fu consumato nella villetta della famiglia Allione, a Caselle, alle porte di Torino. I tre omicidi furono commessi materialmente da Palmieri, mentre la moglie lo attese in un altro sito dopo averlo accompagnato personalmente; i cadaveri furono rinvenuti due giorni dopo dall’unico figlio degli Allione, Maurizio, rientrato dalle vacanze. Palmieri fu identificato grazie al dna ritrovato su una tazzina da caffè e, una volta confessato, ha accusato la sua compagna di averlo spinto ad uccidere dietro la minaccia di lasciarlo. Arrestata a sua volta, la De Pippo ammise tutto e pochi giorni dopo confessò di aver utilizzato le carte di credito della famiglia per prelevare tremila euro, carte di credito che lei stessa disse al marito di prendere.

Ha agito per vendetta, risentimento e rancore
Secondo i pm che hanno chiesto l’ergastolo, la De Pippo avrebbe svolto un ruolo primario nella pianificazione della strage e sarebbe stata proprio la mente che ha diretto la mano omicida del marito: «E’ stata lei a determinare il movente della strage, che non fu solo per ragioni economiche – hanno dichiarato i pm – furono la vendetta, il risentimento e il rancore per essere stata licenziata a fare da base all’omicidio». I pm hanno inoltre chiesto che non vengano concesse attenuanti di nessun tipo, in quanto non solo la donna non ha mai mostrato segni di pentimento, ma addirittura tentò in un primo momento di sviare le indagini degli inquirenti; Palmieri è già stato condannato al massimo della pena per la strage. Il legale del figlio degli Allione ha fatto sapere che verranno chiesti un milione e 400mila euro di risarcimento.

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