Delitto Pordenone, coinquilini di Giosuè: “Quella sera uscì alle 19.30 e alle 8 ritornò per cambiarsi”

I due coinquilini di Ruotolo, che fino a poco tempo fa avevano confermato che il militare non era uscito di casa per tutta la sera, hanno cambiato versione. Daniele Renna: «Uscì alle 19.30. Ero sorpreso perché non usciva mai da solo a quell’orario e gli ho chiesto dove andava. Mi ha risposto che non erano affari miei. Alle 8 è rientrato e si è cambiato»

Delitto Pordenone, coinquilini di Giosuè: "Quella sera uscì alle 19.30 e alle 8 ritornò per cambiarsi"

Giosuè Ruotolo, unico indagato per la morte di Teresa Costanza e Trifone Ragone, la sera del duplice omicidio sarebbe uscito di casa intorno alle 19.30 e rientrato verso le 8. A dirlo i due commilitoni, suoi coinquilini, che fino a poco tempo fa avevano dato una versione del tutto diversa, e cioè che Ruotolo non era mai uscito di casa quel giorno, fornendogli un alibi. «Mi sono ricordato che la sera del 17 marzo tra le 19.30 e le 19.45, mentre mi trovavo in cucina, ho visto Giosuè vicino alla porta d’ingresso, intento a uscire dall’appartamento. Ricordo di essere rimasto sorpreso poiché non era solito uscire da solo in quell’orario. Così gli ho chiesto dove stesse andando. Mi ha risposto in modo sgarbato dicendomi di farmi gli affari miei, e poi è uscito», ha detto il coinquilino Daniele Renna, 28 anni, riferendo anche che Giosuè indossava una tuta da ginnastica scura. Ma l’indagato si sarebbe poi cambiato al suo rientro. «Quando ricevetti il messaggio che mi informava della morte di Teresa e Trifone ho chiamato Giosuè in camera perché lo leggesse; potevano essere le 22.45, 22.50. In quel frangente indossava un paio di pantaloni della tuta e una maglietta bianca. Di certo non era quella che indossava quando è uscito di casa», ha aggiunto.

I due militari avrebbero taciuto la verità sin dall’inizio
Sapevano che Giosuè era uscito, ma avevano confermato la sua tesi, ovvero che era rimasto tutta la sera in casa. Salvo poi ritrattare e cambiare versione il 23 settembre scorso, quando i carabinieri avevano posto sotto la loro osservazione i due fotogrammi della macchina di Ruotolo, ripresa sul luogo del delitto proprio nell’ora in cui i due innamorati sono stati uccisi. Il papà di Teresa Costanza è infuriato e ha detto che i due militari andrebbero espulsi dall’esercito per aver taciuto: «La cosa grave, prima di tutto, è che hanno fatto passare cinque mesi. Se avessero parlato la prima volta che sono stati interrogati, le cose potevano cambiare. E’ un problema anche di etica militare. Dovevano dire quello che sapevano senza aspettare neppure di essere chiamati».

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