Diabete tra i banchi di scuola: nuovo progetto di supporto ai bambini

Chi soffre di diabete è soggetto a diverse abitudinarie azioni: il consumo dei pasti durante specifici orari, l’iniezione di insulina, il controllo della glicemia, evitare gli zuccheri. Il bambino, in un ambiente come quello scolastico, potrebbe vedersi diverso dagli altri bambini, che potrebbero non capire la questione, finendo per sentirsi a disagio ed isolarsi dal resto degli alunni

Diabete tra i banchi di scuola: nuovo progetto di supporto ai bambini

La Società italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica (SIEDP) in collaborazione con l’Italian Barometer Diabetes Observatory (IBDO) e l’Associazione italiana di aiuto a bambini e giovani con il diabete hanno presentato un progetto all’ultimo convegno, diretto al supporto e alla gestione dei bambini con il diabete a scuola. Il progetto si basa su un documento redatto in precedenza, nel 2013, e per il momento partirà solo in alcune regioni italiane, tra cui Abruzzo, Calabria, Umbria e Sicilia. Il presidente della SIEDP spiega: «Il bambino con diabete e la sua famiglia affrontano numerose difficoltà nella vita di tutti i giorni, in particolare a scuola. I disagi sono psicologici, per esempio sentimenti di diversità e condizioni di esclusione, ma anche pratici, come la gestione complessa della somministrazione di farmaci vitali e l’esecuzione dell’autocontrollo glicemico durante l’orario scolastico. Una scuola preparata ad affrontare queste situazioni permette al bambino una una e più serena gestione della malattia».

Il progetto non è altro che un processo da dover attivare una volta che il bambino con il diabete arrivi a scuola, o gli venga diagnosticata la malattia durante la frequenza. I bambini tra gli 8 e i 10 anni potranno iniettarsi da soli l’insulina sotto la supervisione dei propri genitori (durante l’orario scolastico) o di un addetto specializzato al supporto del bambino. Quest’ultimo avrà il compito di controllare il livello di glicemia durante le ore scolastiche e chiamare i soccorsi in caso di crisi ipoglicemica; inoltre potrà eseguire lui stesso le iniezioni di insulina sul bambino, previa autorizzazione. L’iperglicemia può danneggiare molti organi come l’occhio, il rene, il sistema nervoso, il sistema cardiovascolare e il sistema neurovegetativo. Vi sarà la necessità, quindi, di personale preparato al supporto del bambino durante l’arco della giornata, in modo tale da rasserenare i genitori che sapranno di lasciare il bambino in mani sicure. Sarà compito degli insegnanti affrontare l’argomento, spiegare cosa sia il diabete e chiarire che si tratta di una condizione che si può tenere benissimo sotto controllo, il più delle volte semplicemente con una maggiore attenzione all’alimentazione e facendo un po’ di sport o di attività fisica.

Il diabete di tipo 1 è una forma di diabete che si manifesta prevalentemente nel periodo dell’infanzia e nell’adolescenza, anche se non sono rari i casi di insorgenza nell’età adulta. Per questa ragione fino a poco tempo fa veniva denominato diabete infantile. I sintomi del diabete nei bambini sono: un forte aumento dell’appetito (polifagia); aumento della frequenza e del volume delle urine (poliuria) e in particolare la necessità di urinare di notte (nicturia); sete eccessiva (polidipsia) e perdita di peso immotivata. Un altro sintomo caratteristico del diabete infantile è l’acidosi, caratterizzato dalla comparsa di corpi chetonici (acetone) nelle urine oppure da uno stato di malessere con nausee, vomito, mancanza d’appetito e sonnolenza.

Il diabete mellito di tipo 1 rientra nella categoria delle malattie autoimmuni perché è causata dalla produzione di auto-anticorpi (anticorpi che distruggono tessuti ed organi propri non riconoscendoli come appartenenti al corpo ma come organi esterni) che attaccano le cellule Beta che all’interno del pancreas sono deputate alla produzione di insulina. Come conseguenza, si riduce, fino ad azzerarsi completamente, la produzione di questo ormone il cui compito è quello di regolare l’utilizzo del glucosio da parte delle cellule. Si verifica, quindi, una situazione di eccesso di glucosio nel sangue identificata con il nome di iperglicemia. La mancanza o la scarsità di insulina non consente al corpo di utilizzare gli zuccheri introdotti attraverso l’alimentazione che vengono così eliminati con le urine. In questa situazione l’organismo è costretto a produrre energia in altri modi, principalmente attraverso il metabolismo dei grassi, il che comporta la produzione dei cosiddetti corpi chetonici. L’accumulo di corpi chetonici nell’organismo, se non si interviene per tempo, può portare a conseguenze molto pericolose fino al coma.

Le cause del diabete di tipo 1 non sono ancora state individuate con certezza. Di sicuro ci sono dei fattori che contribuiscono alla sua comparsa: fattori genetici (ereditari), fattori immunitari (legati ad una particolare difesa del nostro organismo contro le infezioni), fattori ambientali (dipendono dall’azione contro il nostro organismo di batteri, virus, sostanze chimiche, etc.).

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