Dimissioni aziende: al via la nuova procedura, si potranno fare solo per via telematica

Parte la nuova procedura per le dimissioni, sarà disponibile farle solo in via telematica, ma si hanno sette giorni di tempo per ripensarci. Il ministro Poletti: «Da oggi l’Italia è un paese un po’ migliore» ma le aziende sono preoccupate

Dimissioni aziende: al via la nuova procedura, si potranno fare solo per via telematica

È partita la nuova procedura online per le dimissioni di lavoro, come previsto dal decreto del Jobs act per combattere le dimissioni in bianco. Sarà possibile lasciare il lavoro esclusivamente online, ma con la possibilità di cambiare la propria idea entro e non oltre sette giorni, riprendendo in mano le pratiche sempre via internet. Il decreto che ne sancisce la possibilità è proprio il decreto n. 151 di attuazione del Jobs act. L’articolo n. 26 cita: «[…] Le dimissioni e la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro sono fatte, a pena di inefficacia, esclusivamente con modalità telematiche su appositi moduli resi disponibili dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali attraverso il sito www.lavoro.gov.it e trasmessi al datore di lavoro e alla Direzione territoriale del lavoro competente […]». Le dimissioni online si applicano, dunque, per il recesso unilaterale del dipendente e per i casi di accordi di licenziamento consensuale, ma la procedura non vale per il lavoro domestico o marittimo, né per le dimissioni delle lavoratrici in gravidanza o nei 3 anni di vita del bambino: per queste ultime, le dimissioni, si dovranno portare nelle direzioni generali del lavoro. La nuova modalità entra in vigore, e diventa un obbligo, proprio da oggi, ma già nei giorni precedenti lo stesso Ministero ha pubblicato circolari con modalità operative, affiancate ad un video tutorial, per poter spiegare a tutti i cittadini la procedura.

Ministro Poletti soddisfatto
Il ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti è molto soddisfatto del cambiamento, e come cita “Repubblica.it”, ha spiegato: «Stop alle dimissioni in bianco: da oggi l’Italia è un paese un po’ migliore. Prima per comunicare le dimissioni bastava una lettera firmata senza che si potesse verificare quando e come questo era davvero avvenuto; da oggi, con la nuova regola, si chiude, in modo definitivo, la pratica indecente delle dimissioni in bianco che in passato hanno colpito tanti lavoratori e, in particolare, tante lavoratrici, solo per il rischio che potessero diventare mamme». Poi il Ministro ha concluso: «Adesso questo non si potrà più fare: è un elemento di civiltà in più che abbiamo introdotto nel nostro paese. Se la nuova procedura richiederà qualche minuto in più, sicuramente saranno minuti spesi bene».

Le imprese sono intimorite
Ma sebbene il nostro Ministro ha definito implicitamente questo cambiamento una vera e propria svolta, le imprese sono preoccupate per questa modalità, per via delle possibilità di truffe nel quale possono incombere: può accadere, per esempio, che il lavoratore, invece di dimettersi inviando il suddetto modulo, possa rendersi non più reperibile e metta l’azienda nella posizione di licenziarlo disciplinarmente. Come spiega anche il presidente della Fondazione studi consulenti del lavoro, Rosario De Luca: «Ad oggi se il lavoratore non si presenta in azienda, il datore di lavoro invia una raccomandata e decorsi sette giorni senza risposta c’è una sostanziale convalida della rottura del rapporto anche in assenza di formali dimissioni. Da domani con la nuova procedura questa possibilità è abolita ed è necessario che il lavoratore completi il modulo on line. Se non lo fa l’azienda, nel caso non si presenti al lavoro, per interrompere il rapporto è costretta a licenziarlo pagando il ticket di licenziamento di 1500 euro. Il lavoratore ‘licenziato’ ha diritto di chiedere la Naspi con un costo per lo Stato mediamente di 21mila euro in due anni. Il costo nella prima fase potrebbe essere di 1,5 miliardi». Basandosi su calcoli stilati dalla stessa Fondazione, si parla della possibilità del 5% sull’1,4 milioni di dimissiono volontarie che ci sono in un anno, pari a 70mila casi.

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