“Ieri mi hanno uccisa, viaggiavo da sola”, la denuncia sul web per l’omicidio di 2 ragazze

Viaggiavano da sole in Ecuador e dopo essere rimaste senza soldi hanno accettato di trascorrere la notte a casa di due sconosciuti: Marina Menegazzo e Maria Josè Coni sono state ritrovate chiuse in un sacco. Per dar loro voce arriva il post di una ragazza paraguayana che sta spopolando sul web: «Ieri mi hanno uccisa, e hanno messo in discussione i miei genitori per avermi dato le ali. Solo da morta mi sono resa conto che per il mondo io non sono uguale a un uomo»

"Ieri mi hanno uccisa, viaggiavo da sola", la denuncia sul web per l'omicidio di 2 ragazze

Marina Menegazzo e Maria Josè Coni, due ragazze argentine di Mendoza, sono morte perché viaggiavano da sole, barbaramente uccise da due uomini in Ecuador. Un’orribile vicenda, un dolore incessante, due omicidi che aprono a tanti interrogativi, soprattutto sui rischi che corrono le giovani donne viaggiando da sole. A pochi giorni dalla tragedia arriva il post denuncia di una ragazza paraguayana, Guadalupe Acosta, che in ricordo delle due giovanissime vittime, partite insieme, zaino in spalla e pochi soldi in tasca, per girare l’America Latina, ha lanciato l’hashtag #ViajoSola (“Viaggio sola”), contro la violenza sulle donne. «Ieri mi hanno uccisa. Ho rifiutato di farmi toccare e mi hanno spaccato la testa. Mi hanno accoltellata e lasciata morire dissanguata. Mi hanno messa in una busta di plastica nera», ha scritto su Facebook Guadalupe per dar voce alle due turiste assassinate. L’obiettivo che ha voluto comunicare è «sono donna e voglio poter viaggiare da sola», e il suo post, che in pochissimo tempo ha spopolato sul web, ottenendo oltre 700mila condivisioni, vuole denunciare la violenza contro le donne, in un Paese, l’Argentina, dove l’emergenza del femminicidio è all’ordine del giorno: solo nel 2014 sono state uccise 225 donne, una ogni 40 ore, e in più della metà dei casi il killer è stato un uomo legato sentimentalmente alla vittima.

«Per il mondo io non sono uguale a un uomo»
«Hanno messo in discussione i miei genitori, per avermi dato le ali, per avermi resa indipendente, come ogni essere umano – si legge nel post di Guadalupe – e solo da morta mi sono resa conto che per il mondo io non sono uguale a un uomo. Mi sono resa conto che morire è stata colpa mia, e lo sarà sempre». Da quanto riportato Marina Menegazzo e Maria Josè Coni, desiderose di girare l’America Latina insieme con solo uno zaino sulla spalla, sarebbero rimaste presto senza soldi, accettando di trascorrere la notte a casa di due ragazzi, senza pensare minimamente che il giorno dopo non si sarebbero più svegliate. I loro corpi sono stati ritrovati chiusi all’interno di un sacco, e i due assassini hanno confessato l’omicidio. Tuttavia non sono mancate le insinuazioni e le incredibili accuse rivolte alle due giovani turiste, per aver accettato l’offerta di due sconosciuti.

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