Israele, attacco a Beersheva: eritreo scambiato per terrorista, linciato dalla folla e ucciso

Voleva solo scappare per trarsi in salvo durante la sparatoria alla stazione degli autobus a Beersheva, ma il giovane eritreo è stato scambiato per il terrorista e colpito dalla polizia. La folla a quel punto gli si è scagliata addosso linciandolo. È morto dopo 12 ore di agonia, con la sola colpa di aver avuto paura

Israele, attacco a Beersheva: eritreo scambiato per terrorista, linciato dalla folla e ucciso

Si chiamava Haftom Zarhum l’eritreo di 29 anni che si trovava in Israele come richiedente asilo e morto in una maniera assurda, colpevole solo di aver avuto paura. Il ragazzo è stato infatti vittima, innanzitutto, di un terrore palesato da giorni in Israele, che lo ha condannato a morte. Zarhum si trovava alla stazione degli autobus di Beersheva quando improvvisamente un arabo israeliano ha aperto il fuoco contro la folla. Nell’attentato è rimasto ucciso un israeliano e altre 11 persone sono state ferite. L’eritreo 29enne, che si trovava proprio lì vicino ma non c’entrava nulla col terrorista, è scappato, come chiunque li intorno. Quel gesto, ovvio e giustificato, ha deciso però la sua condanna. La polizia infatti vedendolo scappare ha pensato fosse lui il terrorista e gli ha sparato. Caduto subito a terra, il suo corpo è stato colpito ripetutamente dalla folla lanciatasi contro di lui convinta a quel punto che fosse il responsabile della sparatoria. Zarhum è stato colpito violentemente con delle sedie e preso a calci e pugni. In pochi hanno tentato di porre fine al linciaggio, ma ormai per il ragazzo non c’era più una via d’uscita: è morto dopo 12 ore di agonia all’ospedale dove era stato trasportato dopo i fatti. I terroristi dunque non erano due, come affermato invece dalla polizia, ma uno solo: Muhanad Al-Aqabi, arabo israeliano di Hura, di 21 anni. «Due terroristi sono arrivati al recinto della stazione centrale e hanno cominciato a sparare e ad accoltellare la gente. Si tratta di terroristi palestinesi», aveva invece riferito, sbagliando, la portavoce della polizia israeliana, Luba Samri.

Colpiremo le fonti finanziarie del Movimento islamico
Il dramma di Beersheva indica una situazione di altissimo allarme e nessun segnale di un possibile allentamento della tensione in Israele. Intanto John Kerry, segretario di Stato Usa, ha confermato gli incontri con il premier Benyamin Netanyahu e il leader palestinese Abu Mazen. Il primo ministro israeliano, nel frattempo, ha bocciato la proposta della Francia per un’eventuale presenza di osservatori internazionali sulla Spianata delle Moschee a Gerusalemme. «Israele garantisce lo status quo, e non è il problema ma la soluzione», ha detto Netanyahu aggiungendo che presto colpirà le fonti finanziarie del Movimento islamico nel paese, considerato “il primo istigatore”.

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