Italia-India, caso marò: la telefonata di Renzi a Obama e tutte le ultime sulla questione

Renzi si fa aiutare da Obama per riportare entrambi a casa i due marò. Corrono voci sia una questione bellica, ma intanto l’Italia stabilisce accordi commerciali con l’India e Girone rimane a Delhi

Italia-India, caso marò: la telefonata di Renzi a Obama e tutte le ultime sulla questione

Matteo Renzi, secondo le fonti de “Il Corriere della Sera”. ha effettuato una telefonata alla Casa Bianca per chiedere aiuto a Barack Obama, per fare da mediatore sulla vicenda dei marò bloccati in India. Il premier italiano, secondo quanto riportato dai tabloid, sarebbe preoccupato dall’incresciosa situazione: «Il caso sta avendo riflessi negativi sull’ingresso a pieno titolo dell’India nel novero delle potenze mondiali affidabili». Anche perché l’India avrebbe deciso di rimandare al prossimo marzo la decisione sull’accusa dei due marò, proprio con il termine dell’arbitrato internazionale. Dunque il presidente del consiglio avrebbe chiesto aiuto al presidente degli Stati Uniti per chiedere alla Corte indiana di liberare Girone, oggi in libertà provvisoria a Delhi, e riportarlo ad aspettare il processo in Italia assieme al suo commilitone Latorre, in convalescenza in Italia. E se in un primo momento, la ricostruzione è stata smentita da Palazzo Chigi, affermando che il governo ha sempre chiesto solo la solidarietà da parte degli alleati su una vicenda di straordinaria importanza, le ragioni per cui gira voce che Obama stia intercedendo, sono pressappoco ragioni belliche e schieramenti politici.

L’Italia “ricatta” gli Usa, ma nel frattempo fa contratti con l’India – Secondo diverse indiscrezioni l’India è ad un passo per entrare nel gruppo tecnologico missilistico Mtcr con altri 43 paesi. Nella sua azione diplomatica, Obama, lo scorso 25 gennaio, aveva promesso a Narendra Modi, che gli Stati Uniti avrebbero fatto in modo di ammettere l’India nel gruppo Mtcr e in altri tre unioni simili, di forniture nucleari (Nsg) e di armi di distruzione di massa (Wassenaar Arrangement e Australia Group). Il suo ingresso dev’essere approvato da tutti gli stati partecipanti, tra cui l’Italia: lo Stato italiano non ha approvato l’ammissione dell’India nel gruppo, ed uno dei probabili motivi sarebbe proprio il motivo “marò”. Se così fosse va detto che Renzi ha dimostrato di aver messo la regione indiana in seria difficoltà. Dunque ora è Obama che dovrà persuadere per la liberazione dei due fucilieri in attesa che il diritto internazionale riaffermi quelle regole a giudizio dell’Italia finora violate dall’India. Ma sembrano tuttavia solo voci di corridoio, perché nel frattempo, l’Italia ha già intrapreso diversi accordi, di già ufficializzati, con la regione indiana: Fincantieri (azienda genovese) ha dichiarato che sarà il consulente dei cantieri Mazagon (azienda indiana) per la progettazione di sette fregate stealth di ultima generazione, destinate alla flotta indiana. Dunque potrebbe essere tutta un’invenzione, ma una cosa è certa: mentre i due governi si mettono d’accordo per costruire navi da guerra, sono impegnati anche in un arbitrato dai toni accesi sulla sorte dei due marinai.

Girone libero entro qualche settimana?
Il processo non si è ancora svolto e si resta in attesa che si concluda l’arbitrato internazionale, ossia la controversia tra Italia e India. Dunque, i due soldati, Salvatore Girone, attualmente in India, e Massimiliano Latorre, in convalescenza in Italia, accusati di aver ucciso due pescatori il 15 febbraio 2012, potrebbero essere liberati fino alla fine dell’arbitrato internazionale. Intanto il vicepresidente del senato leghista, Roberto Calderoli, commentando la notizia di un indiano accusato di aver violentato e ucciso una studentessa e messo in libertà dopo tre anni ha invitato a riflettere la sulla vicenda: «Girone deve tornare libero entro Natale. E se questo non dovesse accadere per una volta tanto il nostro Governo si faccia sentire, alzi la voce e alle parole faccia seguire i fatti: se Girone non è casa per Natale richiamiamo il nostro ambasciatore, rimandiamo a New Delhi il loro ambasciatore e rompiamo tutti i rapporti diplomatici e commerciali con l’India». Assieme a lui si è unita anche la voce del popolo italiano, perché i due soldati sono stati ingiustamente arrestati 55 mesi fa con un’accusa che presenta molte incongruenze, con indagini svolte superficialmente e con inquinamenti di prove. L’inchiesta indiana fa acqua da tutte le parti ad iniziare dalla natura dei proiettili che non appartengono al tipo di fucili di Latorre e Girone. Ed ora, insieme ai dubbi sulla scarcerazione dei due marò, ci rimangono anche parecchie perplessità sui rapporti governativi tra gli stati.

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