Mineo, Renzi e la Boschi: politica, presunto sessismo e parole che bruciano

Il politico siciliano ex Pd si è dovuto scusare nei giorni scorsi per alcune presunte esternazioni sessiste all’indirizzo del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi; piccola cronaca di parole, veleni ed altre affermazioni, stringi stringi, gratuite e fuori luogo

Mineo, Renzi e la Boschi: politica, presunto sessismo e parole che bruciano

C’è un pizzino con su scritto “Lui sa che io so…”, il mittente è Corradino Mineo, senatore della Repubblica ex Pd, e il destinatario è il presidente del Consiglio Matteo Renzi; il contenuto sibillino del biglietto, come ormai tutti hanno capito, sarebbe un segreto esplosivo: la sudditanza del premier verso le belle donne. Ovviamente, tutto questo mistero è esploso come una bomba atomica nei palazzi della politica romana, anche perchè qualcuno ha dato un nome ed un (bel) volto a questa sudditanza, e cioè quello del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, la figura più elegante e popolare della politica renziana, ispiratrice della riforma costituzionale. Bisogna dire che la Boschi, bella, brava e chi più ne ha più ne metta, è sempre stata abile ad evitare le trappole del gossip predominante, preferendo quello sullo sfondo che non dà certo adito a pregiudizi e pettegolezzi; almeno fino a quando Mineo, intransigente uscito fuori dal Pd e dal relativo gruppo parlamentare, ha deciso di fare le sue dichiarazioni. Il cosiddetto pizzino è passato poi sotto la traduzione di Francesco Maria Del Vigo, blogger per “Il Giornale”, ma prima vediamo le affermazioni precise di Mineo: «Renzi non si fa alcuno scrupolo, rivela conversazioni private e infanga per paura di venire infangato. E sa che io so – ha detto – so quanto possa sentirsi subalterno a una donna bella e decisa, fino al punto da rimettere in questione il suo stesso ruolo al governo».

Le interpretazioni del blogger, le critiche e le scuse
Le parole “donna”, “bella” e “decisa” non possono non far pensare alla Boschi, secondo Del Vigo: «E’ un messaggio in codice, tanto chiaro quanto sibillino – ha scritto sul suo blog – ha detto che Renzi è in mano a una donna, e non c’è stato neppure bisogno di dire chi fosse quella donna, perchè tutti aspettavano una minima soffiata per puntare il dito contro Maria Elena Boschi. La colpa di Mineo, secondo i suoi denigratori, non è quella di aver mandato un messaggio mafioso, ma sessista». A quanto pare, Mineo, giornalista e uomo di mondo, sconta anche il suo essere siciliano (è nato a Partanna 65 anni fa), dato che gli sono piovute addosso accuse di sessismo, maschilismo e di quella presunta propensione siciliana di vedere ogni cosa che gira attorno alle “femmine”. Su di lui si scatenano i piddini fedeli a Renzi, che lo fanno a pezzi: la Boschi è una vittima del solito sessismo della Trinacria, Renzi invece di un avvertimento di stampo mafioso. Mineo è costretto a scusarsi, ma sostiene di aver solo reagito alle critiche del premier, che lo accusa di non mollare la poltrona dopo aver lasciato il partito. Ma a questo punto, una domanda sorge spontanea: perchè mettere in mezzo la Boschi, pur sapendo che non c’entra niente e che smuoverai un mare di pettegolezzi?

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