Mutui: ecco perché il 90% sono stati stipulati a tasso fisso

La gente teme che optando per il tasso variabile cresca all’improvviso, trovandosi con un tasso variabile molto più alto rispetto al tasso fisso

Mutui: ecco perché il 90% sono stati stipulati a tasso fisso

La famigerata crisi in Italia e nel resto dell’Europa che si protrae da diversi anni fra i vari fenomeni definiti riparatori ha prodotto anche un ricorso al mutuo in maniera per così dire distorta. La gente invece di preferire il mutuo a tasso variabile, nonostante sia ben 150 punti base in meno – ovvero l’1,5% più basso – ha continuato per tutto questo tempo e continua tuttora a preferire il mutuo a tasso fisso – che storicamente e oggettivamente è più caro. Paura di una improvvisa impennata dei tassi: la gente teme che optando per il tasso variabile, sebbene questo sia costantemente da 5 anni a questa parte ai minimi storici, da un momento all’altro per combattere l’inflazione e magari anche per far fronte alle sofferenze creditizie di molte banche, cresca all’improvviso, trovandosi con un tasso variabile molto più alto rispetto al tasso fisso. In realtà non si è mai corso questo pericolo, per il semplice fatto che si è assistito sin da subito ad una crisi planetaria di medio lungo termine e che perdurerà per almeno altri 5 anni, come hanno preannunciato di recente sia il ministro dell’Economia, che il presidente Draghi della BCE, quindi si ipotizza che i tassi variabili rimangano per almeno altri 5 anni ben al di sotto del costo totale di un mutuo a tasso fisso.

Risparmio stimato del 10%
Se si considera poi che la crisi è cominciata realmente già da 5 anni chi avesse stipulato all’epoca tipo nel 2005 un mutuo scegliendo razionalmente il tasso variabile oggi si troverebbe a risparmiare oltre il 10% rispetto al tasso fisso. Quindi il mutuo a tasso fisso in questo periodo storico sta esercitando uno strapotere diciamo immeritato sul ventaglio delle scelte. A marzo quasi 9 mutui su 10 – surroghe incluse – è stato stipulato a tasso fisso. In Italia non si era mai verificato che il mutuo a tasso variabile fosse messo come ultimissima scelta dagli utenti.

Scompaiono le tante opzioni di una volta
In questo panorama di incertezze economiche si spiega anche il perché della lenta scomparsa di tutta una serie di opzioni di tasso  una volta gettonatissime come la scelta del tasso variabile con cap, oppure il tasso variabile a rata costante, o a rata mista, tutto per dare spazio all’unico incontrastato tasso fisso. Se si consultano  infatti oggi i vari comparatori per avere dei preventivi di mutui online (vedi http://www.calcoloratamutuo.org/guida/mutui-online) ci si rende conto facilmente che è possibile stipulare mutui a tasso variabile con migliori condizioni con un Taeg (il tasso globale che comprende non solo gli interessi, ma anche tutti i costi accessori legati al mutuo) anche dello 1,04%, è solo la paura che cambi tutto all’improvviso che fa da deterrente nella testa del cittadino medio. Questo nonostante, confrontando le migliori offerte alla mano, anche sui vari siti dei mutui on line quello a “tasso variabile puro” resti oltre 150 punti base (1,5%) più basso rispetto al fisso TAEG fisso 1,05% contro il TAEG del variabile 2,55%.

Esempio pratico
Per fare un esempio pratico e alla portata di tutti: un classico mutuo di €100.000 si tradurrebbe con il tasso fisso ad un capitale finito compreso di interessi di circa 117.000 con una rata di 650 euro mensili e il TAEG attuale del 2,50%, mentre con il tasso variabile che è bene ricordarlo è costantemente da oltre 5 anni intorno all’1,04% scenderebbe a €106.000 con una rata di €585,00 circa e con un risparmio di ben 11.000 euro.

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