Napoli: scoperto a Terzigno un ambulatorio gestito da un finto medico cinese

A Terzigno, paese in provincia di Napoli, una donna, cinese, prestava assistenza medica in un appartamento. Pessime le condizioni igieniche sanitarie in cui versava il locale. Denunciata per esercizio abusivo della professione

Napoli: scoperto a Terzigno un ambulatorio gestito da un finto medico cinese

La compagnia locale dei carabinieri, ha rinvenuto a Terzigno, in provincia di Napoli, un ambulatorio medico abusivo. Una donna trentottenne, di nazionalità cinese, prestava assistenza medica senza alcuna licenza e autorizzazione. Il locale, sito in un appartamento, oltre ad essere illegale, non rispettava le importantissime norme igieniche sanitarie. I militari del Nas, durante l’ispezione, hanno trovato attrezzature non sterilizzate, medicinali di provenienza sconosciuta, lettini di fortuna e attrezzature mediche e chirurgiche lasciate sul pavimento, in totale stato di sporcizia. Tra i tanti apparecchi, un elettrocardiogramma, un misuratore di pressione, uno per la somministrazione di flebo. Gli agenti, arrivati sul luogo, hanno trovato una donna, attaccata alla flebo. Le stava somministrando un antibiotico molto pesante. Le fonti riportano che molti cittadini di nazionalità cinese, residenti nella zona, si recavano all’ambulatorio. La zona del vesuviano, nella provincia di Napoli, registra una popolazione cinese molto intensa. Poco distante da lì, si trova il polo tessile dell’area di San Giuseppe Vesuviano. Secondo i dati ISTAT la popolazione straniera, legalmente residente, era di 2.104 persone. Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente sono cinesi 830 2,96% e ucraini 518 1,84%.

La donna è stata denunciata per esercizio abusivo della professione medica – La trentottenne, cinese, è stata denunciata a piede libero per esercizio abusivo di professione medica, gestione di un ambulatorio senza alcun assenso, immissione di farmaci sul territorio italiano, senza alcuna autorizzazione. Proseguono le indagini, da parte del nucleo operativo, la donna poteva avere dei complici. Si indaga soprattutto su chi potesse fornirle i farmaci italiani, somministrabili solo su prescrizione medica e quelli cinesi contrabbandati dal paese di origine.

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