Omicidio Regeni, Amnesty: “Mantenere ottime relazioni con l’Egitto non porterà alla verità”

Noury di Amnesty in merito all’omicidio Regeni: «Temo che la necessità di mantenere ottime relazioni con l’Egitto avrà il sopravvento sulla ricerca della verità». Sulla Siria: «Le mappe dei russi con le vie di fuga protette non sono attendibili»

Omicidio Regeni, Amnesty: "Mantenere ottime relazioni con l'Egitto non porterà alla verità"

«Temo che la necessità di mantenere ottime relazioni con l’Egitto avrà il sopravvento sulla ricerca della verità riguardo il caso di Giulio Regeni». Lo ha detto Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, intervistato da Daniel Moretti nel corso del programma “Il mondo è piccolo”, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano. «In questi giorni ci sono dei segnali, a volerli interpretare in maniera positiva, che si sta chiarendo almeno in parte l’innesco di questa situazione, ovvero il fatto che Giulio fosse pedinato. Dopodiché abbiamo preso atto che da parte dell’Egitto c’è la volontà di consegnare ad un’azienda specializzata in Germania le immagini delle telecamere a circuito chiuso che, se analizzate, potrebbero contenere ulteriori elementi. Tutto questo ci porta a ribadire quello che abbiamo detto dall’inizio, cioè che il caso Regeni va inquadrato nella situazione dei diritti umani in Egitto. Se questi piccoli segnali sono significativi, il futuro sarà determinato sicuramente dalle pressioni che l’Italia dovrà continuare a fare nei confronti del governo egiziano, altrimenti resteranno dei segnali isolati. La strategia che il governo italiano sta seguendo in maniera ostinata, cioè quella caratterizzata da equilibrismo, cercare la verità per Giulio e mantenere allo stesso tempo buoni rapporti con l’Egitto magari pagherà e verremo smentiti. Ma io ho la sensazione che in questa fase i molteplici temi a sostegno della necessità che l’Italia mantenga ottime relazioni con l’Egitto (il terrorismo, l’immigrazione, la Libia, l’energia, la fornitura di armi) possano avere il sopravvento rispetto alla necessità della ricerca della verità e della giustizia. Il tempo ci darà se la strategia italiana darà risultati o meno, io continuo a mantenere un po’ di scetticismo a riguardo».

Emergenza umanitaria in Siria
Il ministro della difesa russo ha annunciato l’apertura di vie di fuga protette da Aleppo per i civili e i combattenti che deporranno le armi. «Quelle mappe in cui ci sono 4 punti di uscita protetti non sono attendibili. Il fatto che siano punti gestiti dall’alleato principale del governo siriano, quindi la Russia, e che siano presidiati dai curdi che stanno facendo un lavoro da terra a sostegno dell’alleanze tra Mosca e Damasco, lasciano pensare che in molti non si fideranno di queste promesse. Chi pensa che le persone si lascino convincere ad uscire dalle zone di Aleppo che sono assediate dalle forze siriane e dai curdi e sono tuttora controllate dai gruppi dell’opposizione armata islamista forse fa una previsione eccessivamente ottimista».

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