Palermo, violenze e abusi su tre fratellini: arrestata 30enne

Gli abusi avvenivano nell’abitazione della donna dove si intratteneva coi minori giocando ad “obbligo o verità” col fine di abusare di loro. Coinvolta nella tragica vicenda anche la madre delle vittime

Palermo, violenze e abusi su tre fratellini: arrestata 30enne

Sette anni e 24 giorni di reclusione. È la condanna definitiva ad una donna palermitana, di 30 anni, arrestata per aver commesso svariati reati, quasi tutti a sfondo sessuale: violenza sessuale di gruppo, violenza sessuale aggravata, atti sessuali su minorenne e maltrattamenti in famiglia, in concorso e continuati. Le violenze risalgono all’aprile del 2008, quando la donna abusava ripetutamente di tre fratellini, che all’epoca dei fatti avevano tutti meno di 10 anni, nella sua stessa abitazione, a Ballarò, mercato storico di Palermo. A proseguire con l’arresto la polizia di Stato a Palermo, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura. Il provvedimento è stato eseguito dal personale della Squadra mobile, della Sezione Contrasto al crimine diffuso, chiudendo definitivamente la sconvolgente vicenda di abusi scoperta anni fa dalla Sezione Reati sessuali ed in danno di minori. Tra gli arrestati anche un ragazzo, all’epoca 17enne, e la madre dei bimbi.

Gioco “obbligo o verità” per intrattenersi coi minori
Dalla ricostruzione dei fatti è emerso che la donna abusava di tre fratellini nella casa dove viveva insieme al compagno, e frequentata spesso da altri familiari, alcuni dei quali autori come lei degli abusi. Pare che anche la madre delle piccole vittime sia coinvolta nella tragica storia. A far partire le indagini le rivelazioni di una delle vittime, che ospite di una casa famiglia, aveva finalmente trovato il coraggio di denunciare i fatti raccontando agli assistenti della stessa struttura e ai responsabili del Servizio di Neuropsichiatria Infantile diversi episodi di violenze cui era costretto ad assistere e a subire. Dalla sua testimonianza risultò che la casa dell’accusata era luogo di abituale frequentazione per i piccoli e la madre e, soprattutto, di giochi spinti ai danni dei minori. La 30enne, insieme al marito e, spesso, alla madre dei fratellini, per intrattenersi giocava ad “obbligo o verità”, realizzato con la classica bottiglia che, a conclusione del suo giro, stabiliva chi fosse la prossima vittima di abusi. A giocare, e quindi a perpetuare le violenze, anche la madre dei tre fratellini. Le autorità hanno riferito che tutti gli indagati avrebbero inoltre fumato e fatto fumare marijuana ai minori durante la proiezioni di film pornografici.

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