Paolo Gentiloni: “L’Italia combatte il terrorismo, ma non deve sentirsi in guerra”

Il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni spiega la posizione dell’Italia nella lotta al terrorismo: «Sotto attacco bisogna reagire e combattere, ma questo non vuol dire che l’Italia deve sentirsi in guerra». «Non bisogna ignorare la paura e la rabbia, ma capire che la paura e la rabbia vanno governate: questa è la sfida che abbiamo davanti»

Paolo Gentiloni: "L'Italia combatte il terrorismo, ma non deve sentirsi in guerra"

«Non siamo in guerra, ma l’Italia è in prima fila nella lotta al terrorismo». A parlare è il Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni durante la direzione nazionale del Pd. Gentiloni ha ricordato tutto l’impegno e il lavoro dell’Italia contro il terrorismo, sottolineando però che «si può fare di più». «Dobbiamo dire che siamo sotto attacco da parte del terrorismo ed è necessario reagire per combatterlo», ha aggiunto. Secondo il Ministro si possono dare delle risposte positive anche alla domande della Francia, «ma questo non vuol dire che l’Italia deve sentirsi in guerra». «E’ una distinzione importante: l’Italia non si sente un Paese in guerra, ma è impegnata in prima linea contro il terrorismo», ha ribadito, «perché non va fatto del buonismo nei tempi di Daesh, non c’è alcuna riluttanza all’impegno militare del nostro Paese contro il terrorismo, quando si è sotto attacco bisogna reagire». E in riferimento agli attentati terroristici a Parigi Gentiloni ha detto: «Venerdì 13 novembre si è girata una tragica pagina di storia. Con questo, davanti a noi si apre una sfida decisiva, sia per il Governo, sia per il profilo politico-culturale del Pd. Tutti i componenti del Pd sono stati uniti in questi dieci giorni per rispondere a questa sfida. La scelta che abbiamo fatto è quella di non nascondere i pericoli, ma governarli senza rinunciare ai nostri valori. Non bisogna ignorare la paura e la rabbia, ma capire che anche la paura e la rabbia vanno governate: questa è la sfida che abbiamo davanti. Il terrorismo non è una novità, ma oggi costituisce una minaccia senza precedenti. E purtroppo nessuno è immune».

«Non dobbiamo nasconderci né ignorare, ma lottare in prima fila contro il terrorismo» – Il ministro Gentiloni ricordando i tragici fatti di Parigi dichiara di capire perché il presidente francese Francois Hollande abbia detto che la Francia è in guerra, «ma capisco anche perché i leader di tutti gli altri paesi occidentali, dagli Stati Uniti al Regno Unito, dall’Italia alla Germania, non abbiano usato questa espressione». «Io credo che dobbiamo dire semplicemente che siamo sotto attacco, da parte del terrorismo, e che dobbiamo reagire a questo attacco combattendo il terrorismo», ha ribadito. «Io lo avevo detto circa dieci mesi fa, e allora ero passato per guerrafondaio. Ma purtroppo la realtà e questa e non dobbiamo nasconderci, né ignorare: noi siamo impegnati a combattere contro il terrorismo. E lo siamo realmente, non solo a parole. Stiamo facendo tantissimo, ma possiamo fare di più», ha aggiunto. E poi conclude: «Siccome le parole hanno un peso, questo non vuol dire che l’Italia deve sentirsi in guerra. Non avere la capacità di fare queste distinzioni diminuisce la nostra credibilità, e anche la nostra sicurezza. L’Italia non è in guerra, ma è impegnata in prima linea contro il terrorismo».

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