Papa Francesco: “Sogno un’Europa in cui essere migrante non sia delitto”

Dopo aver ricevuto il premio Carlo Magno, Papa Francesco ha pronunciato un discorso memorabile davanti ai vertici della Ue, chiedendo all’Europa di ritrovare se stessa, ed elencando i suoi sogni: «Sogno un’Europa, in cui essere migrante non sia delitto bensì un invito ad un maggior impegno con la dignità di tutto l’essere umano»

Papa Francesco: "Sogno un'Europa in cui essere migrante non sia delitto"

«Sogno un’Europa in cui essere migrante non sia delitto, bensì un invito a un maggior impegno con la dignità di tutto l’essere umano». È parte del discorso memorabile (per certi versi analogo a quello pronunciato da Martin Luther King il 28 agosto 1963, davanti al Lincoln Memorial di Washington), che Papa Francesco ha pronunciato ai vertici della Ue dopo aver ricevuto il Premio Internazionale Carlo Magno 2016 «in tributo al Suo straordinario impegno a favore della pace, della comprensione e della misericordia in una società europea di valori». Il Papa ha ricevuto in udienza Angela Merkel, ha ascoltato nella Sala Regia del Palazzo Apostolico gli interventi del presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, del presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e di Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo. Poi ha regalato un lungo intervento in cui ha voluto ricordare che «l’identità europea è, ed è sempre stata, un’identità dinamica e multiculturale», chiedendo all’Europa di ritrovare se stessa e invocando una rinascita del «sogno europeo»: «Con la mente e con il cuore, con speranza e senza vane nostalgie, come un figlio che ritrova nella madre Europa le sue radici di vita e di fede, sogno un nuovo umanesimo europeo».

Il sogno di Papa Francesco
Papa Francesco ha infine concluso il suo intervento con un elenco di sogni: «Sogno un’Europa giovane, capace di essere ancora madre: una madre che abbia vita, perché rispetta la vita e offre speranze di vita. Sogno un’Europa che si prende cura del bambino, che soccorre come un fratello il povero e chi arriva in cerca di accoglienza perché non ha più nulla e chiede riparo. Sogno un’Europa che ascolta e valorizza le persone malate e anziane, perché non siano ridotte a improduttivi oggetti di scarto. Sogno un’Europa, in cui essere migrante non sia delitto bensì un invito ad un maggior impegno con la dignità di tutto l’essere umano». E ancora: «Sogno un’Europa dove i giovani respirano l’aria pulita dell’onestà, amano la bellezza della cultura e di una vita semplice, non inquinata dagli infiniti bisogni del consumismo; dove sposarsi e avere figli sono una responsabilità e una gioia grande, non un problema dato dalla mancanza di un lavoro sufficientemente stabile. Sogno un’Europa delle famiglie, con politiche veramente effettive, incentrate sui volti più che sui numeri, sulle nascite dei figli più che sull’aumento dei beni. Sogno un’Europa che promuove e tutela i diritti di ciascuno, senza dimenticare i doveri verso tutti. Sogno un’Europa di cui non si possa dire che il suo impegno per i diritti umani è stata la sua ultima utopia».

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