Pordenone: omicidio Trifone e Teresa, insulti e minacce da un profilo anonimo

La risoluzione del caso, sull’omicidio di Pordenone, potrebbe essere all’atto finale. Diversi i messaggi minacciosi rivolti a Teresa. I due fidanzati potrebbero essere stati uccisi per gelosia

Pordenone: omicidio Trifone e Teresa, insulti e minacce da un profilo anonimo

Ormai da tempo si sta indagando sull’omicidio che ha visti coinvolti i due fidanzati di Pordenone. Trifone Ragone, militare presso la caserma De Carli di Cordenons e Teresa Costanzo dipendente presso un’assicurazione. I due, morti la sera del 17 maggio 2015, sarebbero stati uccisi per gelosia. Gli unici due indagati, ad oggi, risultano ancora essere, un commilitone di Ragone, Giosuè Ruotolo, caporale maggiore di Somma Vesuviana e la sua fidanzata Rosaria Patrone, studentessa di Giurisprudenza. Quest’ultima accusata di favoreggiamento, istigazione all’omicidio e falsa testimonianza. Diverse le perizie informatiche, sui cellulari e sui pc delle vittime e dei sospettati. Gli ultimi due accertamenti tecnici pare abbiamo portato alla luce dei messaggi minacciosi indirizzati a Teresa. «Ciao, penso che sei la ragazza di Trifone. Volevo dirti che il tuo ragazzo si vede ancora con me. Io sto con lui perché mi piace molto, ti volevo solo avvisare. Tu sei una bella ragazza ma sono più bella io», uno dei messaggi inviati a Teresa, nei giorni precedenti alla sua morte. «Sei una cornuta», un altro messaggio indirizzato alla giovane, riportato nel settimanale giallo. Tutti messaggi che istigavano Teresa contro Ragone. Sms che voleva destabilizzare la coppia. Sms provenienti da un profilo anonimo. Secondo gli inquirenti la conclusione del caso è molto vicina e si trova sui dispositivi sequestrati, in cui verrà fatta una ulteriore analisi degli hard disk. La Procura ha conferito l’incarico al consulente tecnico bassanese Nicola Chemello, esperto informatico.

Messaggi offensivi anche sulla pulsantiera dell’ascensore del palazzo in cui vivevano Teresa e Trifone – Scritte offensive sulla pulsantiera dell’ascensore del palazzo in cui vivevano Teresa e Trifone, in via Chioggia a Pordenone. Aggettivi pesanti indirizzati ad entrambi. La svolta potrebbe essere vicina. Risposte ancora non ce ne sono, la certezza è che i due ragazzi non erano affatto ben voluti da colui o coloro che li hanno uccisi, ma ben conosciuti da quest’ultimi.

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