Robin Williams, la moglie spiega i motivi del suicidio: “Non è morto per la depressione”

La vedova dell’attore ha spiegato i motivi che hanno spinto il divo 64enne a preferire la morte: «Robin soffriva di DLB, la seconda forma di demenza più diffusa dopo l’Alzheimer. Non è stata la depressione ad ucciderlo: era solo uno dei circa 50 sintomi, uno dei minori della malattia»

Robin Williams, la moglie spiega i motivi del suicidio: "Non è morto per la depressione"

Era l’11 agosto del 2014 quando Robin Williams decise di porre fine alla sua vita. Oggi, a 15 mesi dalla sua scomparsa, la moglie Susan Schneider ha deciso di rompere il silenzio sulla morte dell’amato marito e rivelare i motivi che lo hanno spinto al gesto estremo. E lo fa in una lunga e drammatica intervista rilasciata alla ABC News. All’epoca si parlava di depressione, ma la Schneider, graphic designer e terza moglie del compianto attore, ha attribuito le maggiori responsabilità alla malattia di cui Williams soffriva ormai da un anno, una patologia conosciuta con il nome di DLB (Dementia with Lewy Bodies). Si tratta di una forma di demenza della quale la depressione, come spiega la moglie dell’attore, è solamente uno dei 50 sintomi e uno dei minori. È la seconda forma di demenza più diffusa dopo l’Alzheimer e arreca al malato forti allucinazioni, cambi dello stato mentale repentini, difficoltà motorie e attacchi di ansia. «Mio marito non è morto a causa della depressione». Esordisce così la vedova del divo di “L’attimo fuggente” e di “Hook”, morto all’età di 64 anni. «Ho passato un anno intero a capire cosa ha ucciso Robin. A capire contro cosa stessimo combattendo, contro cosa fossimo scesi in campo. Un giorno uno dei medici che lo seguivano mi ha detto che Robin era consapevole del fatto che stesse impazzendo e che non poteva farci niente. Non è stata la depressione ad ucciderlo, era solo uno dei circa cinquanta sintomi. Uno dei minori della DLB», ha spiegato Susan.

L’attore avrebbe dunque preferito la morte
«Prego che questa tragedia possa dare visibilità a questa malattia, per i milioni di persone che ne soffrono e per i loro amati», ha poi aggiunto, ricordando come un giorno, improvvisamente, Robin ha sbattuto contro una porta procurandosi una profonda ferita alla testa. E questo è stato solo uno dei sofferti episodi in cui inceppava l’attore senza neppure rendersene conto, tanto da decidere alla fine di farla finita, preferendo la morte ad una situazione psico-fisica ogni giorno sempre più compromessa dalla demenza.

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