Roma: domiciliari per lo spacciatore arrestato al liceo Virgilio, gli studenti protestano

La protesta va avanti dal 22 marzo mattina, quando gli studenti hanno dapprima protestato per l’operazione antidroga della Polizia e ora continuano a manifestare in concomitanza con l’udienza di uno degli studenti arrestati per spaccio di Hashish ad un minorenne dentro l’istituto

Roma: domiciliari per lo spacciatore arrestato al liceo Virgilio, gli studenti protestano

Ancora disordini tra gli studenti del liceo classico “Virgilio” di Roma. Ciò che ha portato gran parte degli allievi a non entrare in classe anche nella giornata di mercoledì è stato l’arresto di un loro coetaneo. La protesta, da loro innescata, è scaturita dopo che le Forze dell’Ordine, durante un’operazione antidroga di martedì 22 marzo che ha visto l’assenso di molti studenti, hanno arrestato un 18enne dell’istituto “beccato” proprio mentre consegnava qualche grammo di Hashish ad un minorenne. Dopo l’episodio, gli studenti hanno cominciato la protesta proprio nella mattinata di ieri 23 marzo: dapprima forzando gli altri alunni a non entrare in classe postandosi davanti a scuola, dopo hanno organizzato un breve corteo di circa 200 metri in Via Giulia, messo a termine da un blindato della Polizia che li ha obbligati a tornare davanti la propria scuola. Il tutto ha continuato a svolgersi mentre i giudici della Seconda Sezione Collegiale del Tribunale di Roma durante l’udienza per direttissima di ieri, hanno approvato l’arresto del giovane 18enne, mettendolo anche ai domiciliari, sostenuto in maniera solidale fuori dal Tribunale da una ventina di suoi compagni che attendevano il responso.

Preoccupazione di studenti e genitori
Una studentessa, partecipante del corteo, ha spiegato la sua disapprovazione: «Abbiamo chiesto di poter parlare con la dirigente scolastica, che ha rifiutato e convocato un’assemblea senza contradditorio. A noi ci hanno lasciati fuori scuola, propinando la solita retorica sulla legalità che sentiamo da anni». Mentre, come riporta “La Repubblica”, Chiara Matteucci, mamma e presidente del Consiglio d’Istituto, ha spiegato: «Molte mamme sono preoccupate come me, anche dopo il caso del terribile omicidio di Luca Varani, commesso sotto effetto di stupefacenti. Quindi, anche se non sono certo contenta che si sia dovuto arrivare a tanto, con un nuovo intervento delle forze dell’ordine nella scuola, credo che se lo hanno fatto dopo aver proseguito le indagini significhi che era necessario. Questa preside sta facendo il suo lavoro ma alcuni studenti e genitori che consideravano la scuola come una zona franca la percepiscono forse come una presenza ingombrante». Nel frattempo, il giovane accusato, durante l’udienza, ha ammesso le sue responsabilità spiegando che, prima di distribuire l’Hashish, si stava per recarsi ad un incontro con la dirigente scolastica. Il 18enne, che ha già riportato nel 2013 un precedente per possesso di mezzo chilo di Hashish, viene difeso in aula dall’avvocato Alessandra Cacchiarelli, che ha chiesto la possibilità per il ragazzo di recarsi a scuola durante il periodo che trascorrerà ai domiciliari. Il prossimo processo è atteso per il 13 aprile per consentire alla difesa di procedere e studiare le carte.

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