Rozzano (Mi): imprenditore ucciso a colpi di pistola, arrestato il fratello dopo un anno

Dopo un anno, è giunta la svolta nel giallo della morte di Luca Tromboni, l’imprenditore ucciso a colpi d’arma da fuoco il 20 marzo 2015 all’interno della sua azienda di Rozzano (Mi); per quel delitto è stato arrestato il fratello dell’uomo, Sandro

Rozzano (Mi): imprenditore ucciso a colpi di pistola, arrestato il fratello dopo un anno

Risolto il caso dell’omicidio di Luca Tromboni, l’imprenditore cinquantenne rinvenuto cadavere nella sua azienda a Quinto de Stampi, frazione di Rozzano (Mi), il 20 marzo 2015, ucciso con alcuni colpi di pistola; i carabinieri del comando provinciale di Milano hanno arrestato ieri mattina il fratello minore dell’uomo, Sandro, sul quale comunque si erano concentrati i sospetti degli inquirenti già a poche ore dall’omicidio. Dopo lunghe e complesse indagini, gli investigatori hanno demolito l’alibi del fratello, il quale avrebbe agito spinto da risentimento e odio verso il congiunto; quindi avrebbe pianificato lucidamente e freddamente l’agguato a causa dei profondi rancori personali e professionali dovuti alla gestione della ditta di famiglia, della quale erano soci. Luca Tromboni fu ritrovato cadavere all’interno della sua ditta dalla propria madre, che abitava dall’altro lato della strada, la quale si era preoccupata non vedendo ritornare il figlio per l’ora di cena. Descritto dai suoi operai e da tutto il paese come un lavoratore instancabile, Tromboni aveva però da tempo una spina nel fianco, proprio il fratello Sandro.

Omicidio dettato dall’odio e dalla paura del licenziamento – Infatti, gli investigatori hanno appurato che Sandro Tromboni era invece l’esatto contrario del fratello: spendaccione e amante della bella vita, consumava velocemente il proprio stipendio da socio mettendo sempre a rischio l’economia della ditta e per questo, hanno raccontato i dipendenti, molto spesso Luca aveva litigato con lui arrivando, in più di un’occasione, anche a picchiarsi davanti a tutti; inoltre una volta, dopo un furioso litigio, Sandro avrebbe minacciato di morte il fratello, che lo rimproverava in continuazione per gli sperperi. Ma la prova fondamentale è rappresentata dalla scoperta che, proprio il giorno dopo l’omicidio di Tromboni, il cda dell’azienda avrebbe dovuto decidere sul declassamento di Sandro da socio a dipendente, cosa che gli avrebbe ridotto considerevolmente lo stipendio, o addirittura su un suo ipotetico licenziamento. In più, l’uomo, nei giorni immediatamente precedenti l’omicidio del fratello, avrebbe condotto alcune ricerche on line sulle armi da fuoco e il loro corretto utilizzo. Nonostante avesse cercato di costruirsi un alibi concreto, confermato anche dalla moglie, ieri mattina l’uomo è stato arrestato.

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