Scontro fra treni in Puglia: due capistazione iscritti nel registro degli indagati

Ci sono degli indagati per il disastroso scontro tra treni avvenuto in Puglia: si tratta dei due capistazione, rispettivamente, di Andria e Corato che sono stati anche sospesi dal servizio. I due ferrovieri, non si sa ancora se per un errore o altro, avrebbero fatto partire i treni nonostante un ritardo

Scontro fra treni in Puglia: due capistazione iscritti nel registro degli indagati

Ci sono anche i due capistazione di Andria e Corato tra gli iscritti nel registro degli indagati per il tragico scontro tra treni lungo un binario unico nelle campagne pugliesi tra Andria e Corato; i due sono stati anche cautelativamente sospesi dal loro servizio presso la Ferrotramviaria. La Procura di Trani ha ipotizzato i reati di disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo. Intanto, è giunta la notizia che i funerali delle 23 vittime ufficiali del terribile incidente si svolgeranno sabato; il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è anche andato al Policlinico di Bari per l’omaggio alle vittime nella camera ardente. Sono state inoltre disposte le autopsie sui cadaveri. Intervistato da “La Repubblica”, il capostazione di Andria, Vito Piccarreta, ha ammesso le sue responsabilità anche se continua a sostenere di non essere colpevole per la tragedia.

Il via libera
«Il treno non sarebbe dovuto partire, sono stato io ad alzare quella maledetta paletta – ha raccontato Piccarreta – ma giuro che non sapevo che da Corato stesse sopraggiungendo un altro convoglio, per questo ha dato il via libera». L’uomo vive chiuso in casa da quando è accaduta la tragedia ed ha parlato con i reporter solo attraverso il citofono: «In questa storia siamo anche noi delle vittime. Siamo disperati, ma un solo errore non può aver causato tutto questo». L’unica cosa certa, al momento, è che effettivamente il capostazione di Andria non avrebbe dovuto far partire il treno finchè non fossero arrivati altri due convogli da Corato, di cui uno che era in leggero ritardo; gli investigatori stanno cercando di capire se il capotreno sapesse che i convogli erano due e soprattutto perchè abbia dato il via libera pur non vedendo arrivare nessun treno da Corato. Le dinamiche sono ancora tutte da verificare, gli inquirenti sostengono che l’errore umano ha avuto una parte preponderante nella tragedia, ma sarebbe riduttivo fermarsi solo a questo.

Il giallo del cambio del treno
Inoltre, c’è un altro particolare molto rilevante, raccontato dai parenti di alcune delle vittime: pare che i passeggeri del treno di Andria (che poi si è scontrato con quello proveniente da Corato) siano stati fatti scendere da un primo treno, fermo al binario 1, e fatti salire su un altro convoglio sul binario 2, che sarebbe partito in ritardo; secondo i parenti, la causa dell’incidente potrebbe essere stato proprio il ritardo, in quanto la comunicazione tra i capistazione si sarebbe basata sul primo treno fatto svuotare e sull’orario di partenza di quest’ultimo e non sul secondo. Un altro elemento su cui stanno lavorando gli inquirenti è l’appalto per il raddoppio della linea, la sua messa in sicurezza e l’utilizzo dei fondi europei: «Anche se è stato un errore umano, questa tragedia è frutto anche del problema atavico del nostro Paese di mettere in campo infrastrutture adeguate e a saperne utilizzare i fondi – ha dichiarato il presidente dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone – una delle ragioni da individuare in tutto ciò è anche la corruzione».

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