Scuola, Di Maio: “Tutte bugie quelle scritte da Renzi sulla lavagna”

Secondo il vicepresidente della Camera quelle del premier Renzi scritte sulla lavagna sarebbero tutte bugie: “Non esistono i 4 miliardi di euro, ci sono al massimo poche decine di milioni di euro che non serviranno a niente”. “Il mondo della scuola aspettava una riforma da vent’anni ma non questa”

Scuola, Di Maio: "Tutte bugie quelle scritte da Renzi sulla lavagna"

Intervistato da Daria Paoletti per Sky TG24, il vicepresidente della Camera dei Deputati, Luigi Di Maio (Movimento 5 Stelle), in risposta alle domande della giornalista, ha parlato anche della ‘Buona Scuola’ del governo Renzi e degli scioperi annunciati con in primo piano il blocco degli scrutini da parte degli insegnanti. Secondo il pentastellato il mondo della scuola aspettava una riforma da vent’anni ma non questa, “si aspettavano che coinvolgesse l’edilizia scolastica e l’abolizione delle classi pollaio”, inoltre “si parla di 100.000 assunzioni ma nel Def, il documento di economia e finanze, fatto dal governo Renzi ci sono soldi per poche decine di migliaia di assunzioni, che non risolveranno il problema annoso”. “Le cose scritte alla lavagna da Renzi – spiega ancora Di Maio – sono tutte bugie perché non esistono i 4 miliardi di euro, ci sono al massimo poche decine di milioni di euro che non serviranno a niente per l’edilizia scolastica”. Di seguito alcune domande/risposte tra la Paoletti e Di Maio.

Daria Paoletti, prima domanda
Parliamo di buona scuola. Che cosa non vi convince di un provvedimento che comunque porta all’assunzione di molti precari e Renzi di fronte alla lavagna dice “mettiamo dei soldi anche per quanto riguarda l’edilizia scolastica”. E’ vero che ci sono i sindacati che sono scesi in piazza e voi eravate anche in quella piazza. Ma che cos’è che non vi convince davvero di questo provvedimento?

Luigi Di Maio, risposta alla prima domanda
“Chiariamo una cosa, qui non c’è uno scontro tra governo e sindacati c’è uno scontro tra il governo e il mondo della scuola: insegnanti, studenti, personale Atac che ogni giorno lavorano nei nostri edifici scolastici in tutto il paese; queste persone aspettavano una riforma da vent’anni della scuola che coinvolgesse l’edilizia scolastica, l’83% delle scuole italiane non ha la certificazione antincendio, e coinvolgesse l’abolizione delle classi pollaio. Che cosa significa? Basta con classi di 35 studenti, massimo 20 studenti e questo lo chiedono anche i genitori. In questa riforma non c’è niente di tutto questo, e soprattutto le cose scritte alla lavagna da Renzi sono tutte bugie perché non esistono i 4 miliardi di euro, ci sono al massimo poche decine di milioni di euro che non serviranno a niente per l’edilizia scolastica, per non parlare delle assunzioni: si parla di 100.000 assunzioni ma nel Def, il documento di economia e finanze, fatto dal governo Renzi ci sono soldi per poche decine di migliaia di assunzioni, che non risolveranno il problema annoso”. “Noi richiediamo di affrontare veramente l’edilizia scolastica, prendiamo i soldi per esempio dai vitalizi e affrontare veramente il problema delle classi pollai stabilizzando tutti i precari con un piano di investimenti da qui ai prossimi cinque anni”.

Daria Paoletti, seconda domanda
Ora l’Autorità Garante parla della possibilità di precettare gli insegnanti nel caso si attui un blocco parziale o blocco degli scrutini. Voi cosa pensate di fronte a questo rischio di precettazione?

Luigi Di Maio, risposta alla seconda domanda
“Pensiamo che la scuola pubblica debba essere migliorata nella misura in cui dobbiamo permettere alle famiglie di mandare i figli a scuola con maggiore serenità. I ragazzi che vanno nelle nostre scuole devono essere in edifici pubblici sicuri e devono stare in classi che non sono dei pollai. Se questo non accade il popolo italiano ha il diritto di ribellarsi in maniera pacifica, questo con manifestazioni e con chi cercherà anche di mettere in evidenza il proprio disagio durante gli scrutini e i test invalsi. Non credo ci sia bisogno di minacce, credo che queste cose si possono evitare se in aula quando inizieranno le votazioni si riuscirà ad assorbire e a prendere nel testo di legge, tutte le proposte che vengono dal mondo della scuola che non è contento della scuola così com’è, ma non vuole un uomo al comando della scuola che decide a quali docenti dare premi in denaro, non vuole questo, vuole maggiore merito, vuole maggiore selezione degli insegnanti se servono e vuole sicurezza nelle scuole, senza che il tetto gli casa sulla testa”.

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