Senato dice no alla blacklist dei debitori delle banche. Sottosegr. Baretta: “Nessun nome e cognome”

Sottosegretario Baretta: «Non c’è un cambiamento di rotta, verranno offerti al Parlamento tutti i profili di rischio, non necessariamente collegati a nome, cognome e indirizzo. Noi offriamo il profilo di rischio del debitore al Parlamento»

Senato dice no alla blacklist dei debitori delle banche. Sottosegr. Baretta "Nessun nome e cognome"

Il Sottosegretario di Stato del Ministero dell’Economia e delle Finanze, Pier Paolo Baretta, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano” su Radio Cusano Campus in merito allo stop del Senato alla pubblicazione dela blacklist dei debitori delle banche. «Nella discussione che si è sviluppata in Senato si è visto che la questione dell’elenco nominativo non risolveva la questione di conoscere i profili finanziari dei debitori, perchè la proposta dei nomi non ci dava il comportamento della banca, diceva solo che il signor x è insolvente. E’ stato quindi approvato in commissione un emendamento che consegna periodicamente alla commissione tutti i profili di rischio dei debitori, in maniera tale che indipendentemente dai nomi e i cognomi, si abbia a disposizione esattamente la situazione. Il che consente di capire non solo quanti sono i debiti, ma anche se i responsabili della banca hanno fatto una gestione corretta o meno. Se poi da questi dati emergeranno anche profili di irregolarità è chiaro che la magistratura potrà procedere. A noi interessava mettere a disposizione dei dati finora inediti per comprendere la situazione».

«Non c’è un cambiamento di rotta, verranno offerti al Parlamento tutti i profili di rischio, non necessariamente collegati a nome, cognome e indirizzo. Noi offriamo il profilo di rischio del debitore al Parlamento. Non tutti i debitori lo sono per responsabilità diretta».

Riguardo allo Spread
«E’ un segnale d’allarme, non solo italiano. E’ chiaro che questo è un anno elettorale in molti Paesi, il clima si sta ravvivando, tenendo conto anche delle forti spinte populiste presenti nel mondo. L’Europa deve reagire per non restare schiacciata fra Trump e Putin».

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