Sfide universitarie: studentesse italiane in décolleté per pubblicizzare le proprie Università

Le università si fanno pubblicità a suon di lati b e scollature in bella mostra. Gli universitari si divertono durante gli open day delle facoltà in tutta Italia, ma in Gran Bretagna è già una sfida diffusa da quattro anni

Sfide universitarie: studentesse italiane in décolleté per pubblicizzare le proprie Università

A colpi di scollature per promuovere la propria Università. E’ questo quello che le universitarie italiane sono arrivate a fare per far capire ai nuovi possibili studenti che il loro ateneo è il migliore. Dunque ecco ragazze mostrare in istantanee le loro curve, e ragazzi che mostrano i loro fisici allenati, con scritto sulla pelle nuda la loro Università d’appartenenza. La sfida è stata lanciata dagli atenei milanesi, il Politecnico e la Bocconi, che hanno iniziato a postare foto sui social con il duplice intento di attirare con malizia l’attenzione di tutti, compresi nuovi alunni: sono sempre più visibili décolleté in bella mostra con magliette trasparenti con su scritto “Polimi” sulla pelle, poi anche le colleghe della Bocconi hanno voluto postare le foto di scollature importati in reggiseno, seguiti dall’hashtag #escile e il nome della facoltà. Sebbene abbiano iniziato le ragazze, anche i ragazzi ora postano petti nudi e lati b. Le immagini sono state pubblicate sulle rispettive pagine Facebook di entrambi gli Spotted universitari di Polimi e Bocconi dall’amministratore Francesco che, come riportato da “Il Giornale”, ha spiegato: «È bastato creare una sfida tra le due Università per far rimbalzare la notizia in tutta Italia. Non ci sono vincitori, è solo per far vedere come anche in Università serie si possa creare qualcosa di diverso e divertente». Proprio per una questione di divertimento, nel giro di qualche giorno sono arrivate altre foto piccanti di studentesse dapprima milanesi, poi di tutta Italia, nelle provincie da nord a sud, pronte a sostenere la propria Università, tutti con hashtag e il nome del proprio ateneo scritto sul décolleté. Una nuova mania che adesso sta proseguendo per tutte le regioni del sud.

Ora anche altre studentesse d’Italia si mobilitano
Dopo aver stabilito ed appurato che con i social network le pubblicità per le Università non sono solo basati sui centri di consulenza o pubblicità tramite giornali, radio, internet, manifesti sui muri e sugli autobus delle città, anche le altre alunne universitarie di atenei italiani hanno deciso di partecipare alla sfida pubblicitaria. Dalla Cattolica di Roma, passando per la Luiss, a Torino, la Bicocca, la Statale, a Modena, Reggio, Ferrara e Bologna: vengono pubblicizzate sia da ragazze in déshabillé provocanti e maliziose che si ritraggono in pose sexy, con libri di legge postati davanti a décolleté pieni, brochure universitari a coprire parzialmente lati b con scritte sulla pelle per pubblicizzare il loro ateneo, sia da ragazzi seminudi in boxer con fisici ben allenati tutto pur di attirare nuovi collegiali durante gli open day da tutta Italia. Anche sulle pagine “Spotted”, nate apposta per dichiarare segreti, critiche o segnalazioni studentesche ad altri universitari in forma anonima, si riempiono di foto sexy: “Spotted Uniud – Università di Udine” posta da parte di un’anonima un paio di décolleté in reggiseno con due arance con su scritto “Uni – Ud”. Su “Spotted UniPi – Università di Pisa” ci sono ragazzi che mostrano con orgoglio i propri pettorali. Su “Spotted UniBa – Università di Bari” altre ragazze mostrano il loro sex appeal. Anche su “Spotted Unict – Università di Catania” le studentesse in tanga mostrano il loro fisico, orgogliosamente sostenendo l’Università ed è niente rispetto a quello che hanno mostrato i primi studenti milanesi. Ma gli italiani hanno preso la palla al balzo troppo tardi: già nell’Università di Cambridge la sfida è iniziata quattro anni prima. La gara esiste già da quattro anni e in Gran Bretagna partecipano maschi e femmine, pronti a contendersi il titolo di miglior posteriore del campus. L’università è anche imparare divertendosi, in fin dei conti.

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