Strage di Dacca, lo chef italiano sopravvissuto: “Stavo cucinando, poi ho sentito degli spari”

Parla Jacopo Bioni, lo chef italiano sopravvissuto all’attacco islamista a Dacca: «Stavo cucinando una pasta all’italiana per un gruppo di amici, poi ho sentito urla e spari e sono salito sul tetto. Quando hanno iniziato a sparare nella mia direzione mi sono lanciato di sotto». Sopravvissuto anche il collega Diego Rossini: «È stato un massacro, orribile»

Strage di Dacca, lo chef italiano sopravvissuto: "Stavo cucinando, poi ho sentito degli spari"

«Mi stavo avviando verso la cucina quando ho sentito spari e urla, poi sono salito sul tetto al secondo piano. Hanno iniziato a sparare nella nostra direzione, a lanciare granate e allora mi sono lanciato di sotto». A parlare Jacopo Bioni, il cuoco veronese sopravvissuto all’attacco islamista del 1° luglio nel ristorante Holey Artisan Bakery di Dacca, in Bangladesh, dove si era trasferito da gennaio per lavoro. Jacopo, 34 anni, doveva sostituire un cuoco argentino in ferie per lavorare accanto a Diego Rossini, anche lui sopravvissuto all’assalto. Insieme sono saliti sul tetto del ristorante, per poi gettarsi di sotto una volta che i terroristi hanno iniziato a sparare nella loro direzione, e trovare riparo nei palazzi vicini. Ecco il racconto del cuoco, dall’arrivo di alcuni amici italiani al ristorante fino alla fuga: «Stavo lavorando in cucina quando è arrivato un gruppo di amici italiani, tutti nel campo dell’abbigliamento, clienti abituali del ristorante. Tra loro anche la signora Adele, una donna speciale. Doveva tornare in Italia oggi. Credo siano tutti morti. Sono andato a parlare con loro e mi hanno chiesto una pasta speciale all’italiana, così mi sono avviato verso la cucina. Allora ho sentito urla e spari e mentre provavo a uscire ho visto un ragazzo con un’arma automatica che si avvicinava al tavolo degli italiani. Sono scappato insieme a Diego e altri colleghi nella direzione opposta dal retro della cucina dove si trova una scala che va sul tetto al secondo piano. Poi hanno iniziato a sparare nella nostra direzione, a lanciare granate e allora ci siamo lanciati sotto».

Strage di Dacca: «Un massacro, orribile»
Drammatico il racconto del collega Diego Rossini a Repubblica: «È stato un massacro, davvero orribile. Gli assalitori sono arrivati con grandi borse contenenti esplosivi, bombe e granate. Utilizzavano anche armi bianche. Avevano tra i 20 e i 25 anni. Gridavano Allah Akbar». «Uno degli aggressori mi ha sparato – ha spiegato il cuoco – ma non mi ha colpito. So che hanno ucciso dei cinesi, un indiano e dei bengalesi. Ma molte delle vittime sono italiane. Al momento dell’attentato nel ristorante c’erano due tavoli di clienti italiani, uno composto da circa sette persone e l’altro da tre. Siamo sicuri che alcuni sono morti. Ne conoscevo molti, erano clienti eccellenti e anche amici. Tra questi c’era anche il mio amico Gianni Boschetti che si è salvato perché ha ricevuto una telefonata ed è uscito dal ristorante. Poi si è nascosto dietro una pianta. Non sono sicuro che sua moglie ce l’abbia fatta». «Io mi sono salvato perché sono salito sul tetto – ha concluso – ho continuato a sentire gli spari e il rumore delle persone che venivano uccise. Sono saliti a cercarci sul tetto e allora mi sono dovuto lanciare facendo una brutta caduta. Sono salvo però».

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