Unioni civili: dopo l’ok della Camera, Renzi dedica vittoria ad Alessia Ballini

Passa il decreto di Monica Cirinnà alla Camera senza modifiche. 372 i sì, 51 no e 99 astenuti. La legge prevede assistenza ospedaliera, morale e alla coabitazione, ma non stepchild adoption, decisione che spetterà ai Tribunali. Salvini: «Sindaci della Lega, disobbedite»

Unioni civili: dopo l'ok della Camera, Renzi dedica vittoria ad Alessia Ballini

Le unioni civili sono legge. È quello che è stato deciso durante il pomeriggio dell’11 maggio, con l’ok definitivo della Camera al decreto di legge di Monica Cirinnà. Il ddl, che aveva già incassato la fiducia posta dal Governo con 369 sì e 193 no, è stato infine approvato, senza modifiche dopo il passaggio dal Senato, con 372 sì, 51 no e 99 astenuti. I voti della maggioranza sono stati ottenuti grazie alla Sinistra italiana, nonostante non abbia votato alla fiducia, e grazie ad alcuni voti degli esponenti di Forza Italia, a titolo personale. Per il no hanno votato Fi, la Lega e Fratelli d’Italia. Il M5s si è astenuto. Il provvedimento, che si risolve in un unico articolo con 69 commi, gestisce ogni aspetto riguardante le unioni civili tra persone dello stesso sesso: dalla scelta del cognome agli obblighi morali e materiali reciproci, come ad esempio l’assistenza ospedaliera, e tutto quello che interessa la convivenza. La legge è il risultato di 22 anni di tentativi falliti, fin da quando furono ideati i Pacs (patti civili di solidarietà tra coppie di conviventi) nel 2002; i Dico (diritti e doveri dei conviventi) nel 2007 e i Didorè (diritti e doveri di reciprocità dei conviventi) nel 2008. Tutti tentativi mandati avanti da deputati o senatori italiani, ma non andati a buon fine.

Cosa prevede la legge
L’unione civile riguardante le persone dello stesso sesso, non avrà particolari differenze dall’abituale pratica civile: l’atto verrà effettuato «di fronte all’ufficiale di stato civile e alla presenza di due testimoni» e verrà registrato «nell’archivio dello stato civile». Anche per quanto riguarda il cognome, i consorti «per la durata dell’unione civile, possono stabilire di assumere un cognome comune scegliendolo tra i loro cognomi. La parte può anteporre o posporre al cognome comune il proprio cognome». In quanto a obblighi reciproci, sebbene non ci sia obbligo di fedeltà come nel matrimonio, «entrambe le parti sono tenute ciascuna in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale e casalingo, a contribuire ai bisogni comuni». Inoltre «dall’unione deriva l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale e alla coabitazione», comprendendo l’assistenza in carcere e in ospedale: il convivente può «designare l’altro quale suo rappresentante con poteri pieni o limitati, in caso di malattia che comporta incapacità d’intendere e di volere, per le decisioni in materia di salute e in caso di morte, per quanto riguarda la donazione di organi, le modalità di trattamento del corpo e le celebrazioni funerarie». Sì anche alla comunione dei beni e nel caso di scioglimento della coppia, si applica la legge sul divorzio del 1970. Saranno vietate le unioni civili tra minorenni, salvo apposita autorizzazione; parentele col partner; condanne per omicidio o tentato omicidio. Infine, come previsto, la stepchild adoption sarà a discrezione di ogni Tribunale, che deciderà in quali singoli casi consentire l’affidamento.

Le reazioni politiche
Il premier Matteo Renzi è soddisfatto dell’obiettivo raggiunto, come si evince dai suoi commenti sul social blu: «È un giorno di festa per tanti, oggi. Per chi si sente finalmente riconosciuto». Il presidente del Consiglio ha dedicato la vittoria ad Alessia Ballini, attivista dei diritti Lgtb e figurante politica fiorentina, scomparsa nel 2011 dopo una lunga malattia. Matteo Salvini è arrivato a invitare i sindaci leghisti a non applicare la legge rifiutandosi di celebrare le unioni tra gay: «È una legge sbagliata, anticamera delle adozioni gay», ha spiegato Salvini all’Ansa. Immediata la risposta del premier: «La legge sulle unioni civili dovrà essere applicata da ogni sindaco, non è possibile una disobbedienza su questo». A parte la Lega, la delusione sorge dal mondo cattolico E Massimo Gandolfini, tra i promotori del Family day, ha addirittura paventato un rischio autoritario: «Con il voto finale sulle unioni civili oggi si uccide la democrazia». Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha replicato: «Sono diritti attesi da tempo. Da anni la Corte di Strasburgo ci segnala che categorie di cittadini non hanno un riconoscimento per legge dei propri diritti».

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