Usa, mamma partorisce e getta figlia nell’immondizia: giallo sulle sorti del secondo bambino

Partorì a casa di un amico, poi con freddezza ripose la neonata in un sacchetto e la gettò in un cassonetto dell’immondizia. La 26enne uscì dal carcere dietro il pagamento di una cauzione e pochi mesi dopo rimase di nuovo incinta: è giallo sulle sorti del secondo bambino

Usa, mamma partorisce e getta figlia nell'immondizia: giallo sulle sorti del secondo bambino

Dopo 3 anni ha confessato di aver ucciso la bambina che aveva appena dato alla luce, riponendola in un sacchetto e gettandola in un cassonetto dell’immondizia. La mamma killer è Melissa Mitin, 26enne di Okemos, studentessa di kinesiologia alla Michigan State University. La ragazza, accusata nel 2013 di aver ucciso la figlioletta, è stata convinta dal suo legale a patteggiare, ma la vicenda sembra essere ancora più tragica: la polizia sta infatti indagando sulla morte di un secondo bambino, partorito qualche mese dopo e probabilmente condannato da Melissa alla stessa sorte. Da quanto riportato la giovane studentessa, che viene da una famiglia estremamente religiosa e di conseguenza contraria al sesso prima del matrimonio, sarebbe rimasta incinta dopo un rapporto con un suo collega universitario, nascondendo la gravidanza a tutti. Al momento di mettere alla luce la bimba scappò a casa di un amico e la partorì in bagno, poi con freddezza la ripose in un sacchetto e la gettò in un cassonetto dell’immondizia. La bimba fu ritrovata priva di vita pochi giorni dopo, a testa in giù e con il cordone ombelicale ancora attaccato. Melissa ha raccontato per diversi mesi di aver lasciato lì la piccola per farla ritrovare ai genitori, che prima hanno spiegato di non essere mai stati a conoscenza della gravidanza della figlia, e poi, non accettando che Melissa avesse avuto rapporti prima del matrimonio, hanno sostenuto che era stata vittima di violenze sessuali.

Rischia oltre 27 anni di carcere
La 26enne fu arrestata con l’accusa di omicidio, ma in attesa di giudizio uscì dal carcere dietro il pagamento di una cauzione. Poi la seconda tragedia. Melissa rimase di nuovo incinta e si sottopose ai controlli ginecologi fino alla 35esima settimana di gravidanza. Da allora non si seppe più nulla della sorte di questo secondo bambino, e la polizia indaga ancora sul giallo. Il 13 aprile il tribunale stabilirà la sua condanna, che prevede almeno 27 anni di reclusione, ma il giudice ha già deciso che «la morte del secondo bambino non potrà essere utilizzata come prova nel processo per il decesso della prima figlia».

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