Apple-Fbi per la privacy iPhone: parla Michael Walzer, in favore del colosso Usa

Sul caso Apple-Fbi per il terrorista di San Bernardino, che sta facendo discutere molto negli Stati Uniti, espone il suo pensiero il filosofo Michael Walzer: «Le eccezioni non esistono quando in gioco vi è la privacy di tutti. Stavolta ha ragione Apple»

Apple-Fbi per la privacy iPhone: parla Michael Walzer, in favore del colosso Usa

Michael Walzer, filosofo americano ottantenne che si occupa di filosofia politica, sociale e morale, intervistato da Repubblica, ha parlato del caso Apple-Fbi dando ragione al colosso della mela morsa. «Chi ha un’idea precisa su questo tema è un idiota. I governi e i giganti del web sono entità alle quali bisogna stare molto attenti. Ma, se proprio devo schierarmi, stavolta ha ragione Apple». «La posizione di Apple è condivisibile. Hanno fatto il possibile per collaborare con le autorità, vedi la consegna dei file di Farook nel sistema “iCloud”. Ma, dovessero cedere adesso, potrebbe aprirsi un precedente pericoloso. Perché non c’è un sistema per decrittare l’iPhone del terrorista preservando la privacy di tutti gli altri. L’eccezione, in questo caso, non è “eccezionale”. Se il filosofo Agamben attacca in toto lo “Stato di eccezione” che si verifica negli Stati occidentali in circostanze di “emergenza”, mettendo a repentaglio la democrazia, io credo che “l’eccezione” possa essere moralmente accettabile in certi casi. Ma questo non lo è». «Sulla privacy Apple ha stretto un patto di fedeltà con i propri clienti. Al momento, non ci sono altre possibilità».

Apple non costringe a comprare prodotti
«I giganti del web possono utilizzare i nostri dati a piacimento, come nelle fastidiose pubblicità personalizzate nell’email. Ma non hanno il potere coercitivo dei governi. Apple non può costringermi a comprare prodotti. Un governo, invece, se ha a disposizione dati sensibili, può mettermi in galera. O persino uccidere».

Sicurezza e privacy
«Quali sono oggi i confini tra privacy e sicurezza? Purtroppo non so risponderle. Viviamo in tempi troppo fluidi e confusi. Ma il caso Apple-Fbi sarà molto utile a capire questi nuovi confini».

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