Attentato a Dacca, polizia confessa: “Abbiamo sparato per errore ad un ostaggio”

La polizia ha ufficializzato: ha sparato a Saiful Islam Chowkidar, 40enne, durante il blitz di venerdì 1° luglio. L’uomo era stato scambiato per terrorista. Con lui era sospettato anche l’aiuto pizzaiolo 22enne, ora ricoverato in gravi condizioni. Fermate dalla polizia bengalese sette persone

Attentato a Dacca, polizia confessa: "Abbiamo sparato per errore ad un ostaggio"

Dopo 12 ore d’accerchiamento, le forze speciali erano riuscite ad introdursi nel ristorante Holey Artisan Bakery di Dacca, in Bangladesh, ed aveva aperto il fuoco uccidendo, tra i molti, anche un ostaggio. È quello che la polizia bangladese ha spiegato nella giornata di martedì 5 luglio, riferendo d’aver ucciso, erroneamente, il pizzaiolo 40enne Saiful Islam Chowkidar. La conferma è arrivata anche dal “Dhaka Tribune”, che ha riportato: «Saiful Islam, alto ufficiale di Polizia di Dacca, ha detto che Saiful Islam Chowkidar, di 40 anni, pizzaiolo all’Artisan, risulta essere tra i sei uomini che sono stati uccisi dalle forze speciali venerdì quando i poliziotti sono entrati nella pizzeria alla fine dell’assedio delle 12 ore. Probabilmente è stato ucciso per errore durante l’assedio, credendo fosse uno dei terroristi». Eppure, durante lunedì 4 luglio, il capo della polizia Akm Shahidul Haque aveva dichiarato, come citato su un giornale locale, che gli ostaggi fossero stati uccisi nei primi venti minuti dell’assalto nello stesso ristorante. Il pizzaiolo era anche stato collegato ai cinque terroristi, ma ora il mistero è stato risolto. Tuttavia, la stessa situazione, ora si ripresenta per l’aiuto cuoco: Jakir Hossain Shaon di 22 anni era stato portato via dalla polizia poco dopo l’assedio, per ipotesi di terrorismo.

I sospettati
Sul sito bengalese “Bdnews 24”, Masuda Begum, la madre del giovane 22enne dipendente del locale, ha riferito d’aver cercato il figlio per due giorni ma di averlo ritrovato soltanto lunedì 4 luglio al “Dhaka Medical College Hospital”. Al giornale la donna ha spiegato: «Prima non sapevo se mio figlio fosse vivo, ora mi domando se sopravvivrà. Il suo volto è irriconoscibile dopo le botte senza pietà (della polizia). Le mani e le gambe sono gonfie. Perché hanno fatto questo a mio figlio? Non vi è un solo punto del suo corpo dove non sia stato picchiato», aggiungendo che il nosocomio non ha voluto spiegare alla donna da quando fosse ricoverato il giovane, nonostante sia stato ammesso durante la nottata di domenica 3. Il ragazzo, inizialmente, era stato sospettato di terrorismo e perciò portato via ma, con il proseguo delle indagini, la polizia ha seguito un’altra pista. Durante la giornata del 3 luglio, la gendarmeria bengalese ha arrestato i genitori di Khairul Islam alias Badhan, un terrorista ucciso dalle forze speciali. Dopodiché, lunedì 4 luglio, gli agenti bengalesi hanno trattenuto famigliari appartenenti al terrorista Shahidul Islam Uzzal: il padre, Badiuzzaman Uzzal, 55enne proprietario di una masseria, e il fratello 32enne Asadul Islam, operaio nel tessile, che sono stati prelevati dalle loro case in un villaggio a Bogra, nel nord del Bangladesh, e sono stati trasferiti a Dacca.

Tra i sospettati anche un professore
Includendo i famigliari del gruppo terroristico, la polizia bengalese ha fermato in totale sette persone che sarebbero collegate al massacro. Una di queste è Hasnat Karim, un professore della “North and South University of Dacca”, l’ateneo frequentato da quattro terroristi su cinque. Il professore risulta esser stato ripreso in un video che riporta la data di giovedì 30 giugno: l’uomo era all’interno del ristorante a festeggiare il proprio compleanno con alcuni amici, la moglie e le figlie. Durante la serata viene poi inquadrato sul tetto a fumare mentre era in compagnia di ragazzi col mitra. Si salva, assieme ad altri che hanno dimostrato la loro conoscenza del Corano. Ora Hasnat Karim è trattenuto dalle autorità bengalesi che cercano d’investigare sulla tipologia di legame che possedeva con gli studenti diventati terroristi.

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