Attivista ‘No Borders’ violentata da un migrante: “Mi chiesero di tacere”. La replica: “Solo menzogne”

La trentenne avrebbe denunciato lo stupro a distanza di un mese perché convinta dagli altri attivisti ad evitare lo scandalo. Ma loro replicano: «Se fosse stata realmente violentata avremmo allontanato subito l’aggressore. Ma le sue sono solo menzogne»

Attivista ‘No Borders’ violentata da un migrante: "Mi chiesero di tacere". La replica: "Solo menzogne"

Ha taciuto lo stupro per oltre un mese, ma oggi ha finalmente deciso di denunciare. La donna, una trentenne appartenente ai «No Borders», gruppo di attivisti che staziona al confine italo-francese di Ponte San Ludovico a Ventimiglia per aiutare i migranti, ha raccontato alla polizia che durante una festa all’interno dell’accampamento, un migrante senegalese l’avrebbe seguita fino alle docce da campo allestite nella vicina pineta dei Balzi Rossi, dove stava appunto facendo una doccia, e violentata ripetutamente per più di un’ora. Nonostante le urla, nessuno si sarebbe accorto di nulla a causa della musica ad alto volume. Secondo la sua versione dei fatti, la donna non avrebbe denunciato subito l’accaduto perché convinta dagli altri attivisti, che volevano evitare tale scandalo per non danneggiare gli altri migranti e per non delegittimare le lotte dei No Borders, gruppo nato in occasione dell’emergenza profughi a Ventimiglia per sostenere la protesta dei richiedenti asilo. È stata poi convinta da un conoscente a denunciare l’abuso ai poliziotti del commissariato locale. L’aggressore nel frattempo avrebbe lasciato la città di frontiera. Le indagini sul caso sono ora in corso, ma le autorità hanno riferito che ci sono alcuni punti da chiarire. I responsabili del presidio, intervistati da Riviera24, avrebbero infatti dichiarato che la donna che ha portato la questione alla luce non farebbe parte del gruppo dei No Borders, ma sarebbe una clochard che da tempo chiedeva aiuto agli occupanti dei Balzi Rossi. A causa di alcuni suoi atteggiamenti libertini e provocatori sarebbe poi stata allontanata. Quindi, secondo questa versione, si tratterebbe semplicemente di menzogne e ripicche nei loro confronti.

«L’accusa rivolta a noi è molto grave e ci dà molto fastidio»
«Noi non sottovalutiamo la tutela delle donne – ha spiegato un’attivista – abbiamo bagni separati, stanze separate, siamo molto attenti a ciò che succede. Per episodi molto meno gravi, anche solo fastidi occasionali, abbiamo allontanato delle persone». «L’accusa che lei ci rivolge è molto grave, ci dà molto fastidio. Se arriviamo a dire che è una menzogna è perché abbiamo fatto una profonda riflessione», ha aggiunto. Ma se il fatto fosse invece realmente accaduto, e confermato, per alcuni attivisti del gruppo potrebbe scattare una denuncia per favoreggiamento.

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