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Bologna, adescavano minori in chat per “incontri”: denunciati un 24enne e un 48enne

La polizia, dopo una lunga indagine, ha denunciato ieri a Bologna due individui accusati di aver adescato minori in chat allo scopo di avere rapporti sessuali; uno dei due, un 24enne arrestato in flagranza di reato, è anche capo scout

Due adulti dell’Emilia Romagna sono finiti nei guai a seguito delle indagini della polizia postale di Bologna: è stato scoperto che adescavano minori online intrattenendo con loro rapporti virtuali su WhatsApp e a volte arrivavano anche ad incontrarli di persona. I due adescatori sono stati individuati a seguito della denuncia di due genitori bolognesi, preoccupati per il comportamento anomalo del figlio dodicenne. A finire denunciati sono un 48enne tarantino residente in provincia di Modena, celibe e operaio metalmeccanico, con numerosi precedenti specifici per pedofilia e adescamento di minore, denunciato in stato di libertà, e un 24enne padovano residente a Bologna, impegnato nel volontario e persino capo scout, arrestato invece in flagranza di reato e sottoposto all’obbligo di dimora. Proprio quest’ultimo aveva chattato a lungo con il dodicenne bolognese ed era riuscito anche a convincerlo ad incontrarsi di persona per avere rapporti intimi. Incontro scongiurato grazie ai genitori del ragazzino, che avevano letto i messaggi della chat.

Il modus operandi dei due adescatori
Dai dialoghi online tra i due adescatori e il ragazzino emergevano soprattutto argomenti di carattere sessuale e proposte di incontri; la polizia postale è arrivata a loro tramite approfondite analisi di chat e profili Facebook e WhatsApp. I due, anche se con condotte e attività autonome, facevano parte degli stessi giri e sui profili Facebook avevano centinaia di amici, soprattutto giovanissimi adolescenti maschi. Il 48enne aveva creato diversi profili fake con i quali aveva riunito molti contatti riconducibili a ragazzini di età compresa tra gli 11 e i 15 anni, con i quali parlava soprattutto di tematiche sessuali al fine di convincerli a farsi inviare foto spinte. Il 24enne capo scout, invece, utilizzava tranquillamente il proprio profilo Facebook ed aveva 658 contatti, dei quali più della metà erano ragazzini e preadolescenti, e il più delle volte cercava di convincerli ad avere con lui incontri diretti, come nel novembre scorso, quando fu arrestato in flagranza mentre si appartava con un minorenne di Treviso nella cameretta del ragazzino.

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