Brindisi, maxi giro di prostituzione capeggiato da un docente universitario: 10 arresti

Sgomitata dalla Squadra mobile di Brindisi l’associazione a delinquere che costringeva alcune ragazze a prostituirsi in alcuni centri benessere. Il giro fruttava 150 milioni di euro al mese. In manette anche un professore universitario

Brindisi, maxi giro di prostituzione capeggiato da un docente universitario: 10 arresti

Costringevano alcune ragazze a prostituirsi tra le province di Brindisi, Lecce e Taranto. A capo del giro che fruttava circa 150 milioni di euro al mese Chu Wengchang, chiamato semplicemente Vincenzo, un docente universitario di Matematica e Fisica dell’ateneo del Salento. L’uomo, 57 anni e residente a Lecce, prendeva tutte le decisioni operative e impartiva direttive per la gestione della prostituzione nei centri benessere e di massaggio. A portare alla luce il giro d’affari è stata la Squadra mobile di Brindisi, al comando del vicequestore Alberto Somma, nell’ambito di indagini durate due anni e che oggi, finalmente, hanno portato all’arresto di dieci persone, tutte di nazionalità cinese e italiana. Due di loro sono ai domiciliari, mentre gli altri otto si trovano già in carcere, pronti a scontare la pena per associazione a delinquere dedita allo sfruttamento, all’induzione e al favoreggiamento della prostituzione. L’operazione è stata denominata ‘Peonia Rossa’, dal nome di uno dei centri benessere nei quali le giovani erano costrette ad esercitare l’attività di meretricio. Dalle indagini è emerso che le giovani ragazze orientali venivano attratte in Italia con la promessa di un lavoro e di una vita migliore. Ma una volta giunte a destinazione il professore universitario, insieme agli altri accusati, le costringeva con la forza a prostituirsi. Chiunque di loro osava ribellarsi e opporsi subiva continue percosse e minacce di morte, e non di rado i criminali paventavano la possibilità di ritorsioni anche nei confronti dei loro parenti in Cina. Nell’ambito delle indagini, una delle ragazze ha raccontato infatti che uno degli organizzatori del giro l’aveva minacciata di uccidere i suoi familiari se non si fosse sottoposta alle loro regole.

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