Bruno Vespa sul caso Riina jr: “Biagi intervistò Liggio e Sindona, e nessuno disse niente”

Il giornalista e conduttore di “Porta a Porta” ha deciso di rompere il silenzio e scrivere una lettera aperta al “Corriere della Sera” in merito alla sua intervista televisiva al figlio dell’ex Capo dei capi Totò Riina: «Biagi intervistò Sindona e Liggio, Marrazzo il boss della ndrangheta Piromalli e Cutolo, e nessuno disse nulla»

Bruno Vespa sul caso Riina jr: "Biagi intervistò Liggio e Sindona, e nessuno disse niente"

Bruno Vespa, dopo il “vespaio” (è proprio il caso di dirlo) di polemiche scatenatosi dopo la sua recente intervista al figlio di Totò Riina a “Porta a Porta”, ha deciso di rompere il silenzio e di replicare alle critiche e le accuse piovutegli addosso con una lettera aperta indirizzata al “Corriere della Sera”. Dopo aver rivendicato il (comunque sacrosanto) diritto dei cronisti di intervistare anche chi agli occhi della società e della Storia appare come “cattivo”, Vespa ha sostenuto che, quando l’editore del libro scritto da Salvo Riina aveva offerto un’intervista in esclusiva al Corsera, a “Oggi” e a “Porta a Porta”, non immaginava assolutamente di creare un turbamento nazionale: «Ho semplicemente letto il libro, ho detto ai miei colleghi che era l’opera di un mafioso a 24 carati e ho informato il direttore di Raiuno che avremmo potuto mostrare per la prima volta il ritratto a tutto tondo della più importante famiglia mafiosa d’Italia».

I precedenti
Vespa ha inoltre ricordato di aver fatto seguire all’intervista un dibattito con parenti delle vittime di Riina e con dirigenti di associazioni che si battono contro la mafia: «In coscienza, ho mosso al giovane Riina tutte le obiezioni di una persona di buonsenso mostrandogli le immagini della strage di Capaci e dell’arresto del padre. Ho voluto riportare l’impressione che avevo avuto leggendo il libro: un mafioso orgoglioso d’esserlo. Secondo me, era giusto che il pubblico vedesse il volto della nuova mafia, in modo da poterla combattere un domani». Il giornalista ha voluto poi ricordare alcuni precedenti giornalistici famosi: l’intervista del 1982 di Enzo Biagi a Michele Sindona, con l’avvocato Ambrosoli ucciso tre anni prima, introdotta da una panoramica sui pasti del banchiere della mafia e delle sue letture. Nessuno, in Commissione antimafia, sostiene Vespa, batté ciglio. Poi, le interviste sempre di Biagi a Luciano Liggio, capo dei Corleonesi prima di Riina, o a Tommaso Buscetta, che descrisse la struttura della Cupola, ma non si mise certo a piagnucolare pentito sulla spalla di Biagi. O un’altra sua intervista al terrorista nero Delle Chiaie. Nessuno si inalberò, secondo Vespa.

Ciancimino jr.
Dopo aver ricordato i complimenti ricevuti da Giuseppe Marrazzo quando intervistò il boss della ndrangheta Giuseppe Piromalli e il capo della Nco Raffaele Cutolo, Vespa ha ricordato l’ampio spazio dato a Massimo Ciancimino in tv, prima del suo arresto: «Ciancimino jr. è stato spesso ospite di Michele Santoro prima che gli stringessero le manette ai polsi – ha scritto – mi piacerebbe che queste interviste fossero messe a confronto per un sereno dibattito, credo che verrebbe fuori qualche sorpresa. Il tema potrebbe essere chi si può intervistare nella Rai d’oggi. Se Riina padre fosse disponibile, state certi che pioverebbero giornalisti da tutto il mondo. E noi?».

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