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Caso Loris, l’ultima versione di Veronica: “Si è strangolato mentre giocava con le fascette”

La madre del piccolo Loris, morto lo scorso 29 novembre, ha cambiato versione: «Ho trovato morto Loris quando sono tornata a casa, si è strangolato mentre giocava con le fascette elettriche». Presa dal panico e convinta di non essere creduta ha deciso di abbandonare il corpo nel canalone del Mulino Vecchio. «Ho agito da sola. Ma non ho ucciso mio figlio, è stato solo un maledetto incidente»

Veronica Panarello ha dato la sua nuova, e forse ultima, versione: il figlio Loris Stival sarebbe morto mentre giocava con le fascette elettriche, con cui ci si è accidentalmente strangolato. Per la madre del piccolo Loris, morto il 29 novembre dello scorso anno a Santa Croce Camerina, nel ragusano, sarebbe stato dunque un incidente. A investigatori e magistrati di Ragusa la donna ha raccontato di aver trovato morto il figlioletto una volta tornata a casa dopo aver accompagnato a scuola l’altro figlio. Così, terrorizzata e presa dal panico ha deciso di prendere il corpo del bambino e portarlo poi nel canalone del Mulino Vecchio per nasconderlo. Veronica Panarello, quindi, pensando di non essere creduta e di essere accusata dell’omicidio del figlio, come infatti è stato, si è liberata del corpo di Loris, gettando poi il suo zainetto sulla strada verso Donnafugata, dichiarandosi sempre innocente e di non ricordare nulla di quel maledetto 29 novembre. Veronica, dopo aver ripercorso nuovamente, insieme alla polizia, il tragitto fatto la mattina della morte del figlio, ha ribadito di non aver ucciso Loris e di avere agito da solo nel nascondere il corpo. Il nuovo sopralluogo è stato fatto dopo le precedenti dichiarazioni della Panarello che aveva ammesso la scorsa settimana, durante un incontro col marito Davide Stival, che quel giorno non aveva accompagnato a scuola il bambino, e di non ricordare altro.

Respinta la richiesta di scarcerazione di Veronica
Dopo il sopralluogo Veronica Panarello è stata riportata dai carabinieri negli uffici della Procura di Ragusa. Sarà sentita dal procuratore Carmelo Petralia e dal sostituto Marco Rota che si occupano dell’inchiesta dell’omicidio del piccolo Loris. La Cassazione chiede la conferma della pena per la Panarello e i giudici spiegano i motivi che hanno portato al respingimento della richiesta di scarcerazione da parte della difesa. Nel provvedimento si legge: «La custodia in carcere della donna deve essere mantenuta perchè si basa su una coerente analisi critica degli elementi indizianti e sulla loro coordinazione in un organico quadro che appare dotata di adeguata plausibilità logica e giuridica nell’attribuzione a detti elementi del requisito della gravità nel senso della conducenza con elevato grado di probabilità della responsabilità dell’indagata per l’omicidio». Contro la madre di Loris ci sono «gli spostamenti dell’indagata accertati tramite le videoriprese delle telecamere pubbliche e private», «il mancato arrivo a scuola del bambino», «la localizzazione della donna tra le ore 9,25 e le ore 9,36 di quella mattina in zona prossima a quella in cui è stato trovato il cadavere», «il ritrovamento a casa dell’indagata di fascette di plastica del tipo di quella utilizzata per strangolare il bambino», e «la mancata telefonata al marito una volta resasi conto della scomparsa del figlio».

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