Caso marò, l’Italia insiste per il rientro di Girone: “India rispetti decisione dell’Aja”

L’Italia ha presentato alla Corte Suprema indiana la richiesta di attuare urgentemente la decisione del tribunale dell’Aja dell’aprile scorso: far rientrare in tempi rapidi nel nostro Paese il fuciliere di marina Salvatore Girone, ancora bloccato nell’ambasciata italiana del Paese asiatico

Caso marò, l'Italia insiste per il rientro di Girone: "India rispetti decisione dell'Aja"

L’Italia ha presentato il 23 maggio alla sezione feriale della Corte Suprema indiana una richiesta di attuazione immediata e urgente della decisione del Tribunale arbitrale dell’Aja dello scorso 29 aprile, quella di consentire il rapido rientro del fuciliere di marina Salvatore Girone nel nostro Paese. Lo ha annunciato la Farnesina. Girone, a differenza del commilitone Massimiliano Latorre tornato a casa per motivi di salute, è ancora in libertà condizionata presso la dependance dell’ambasciata italiana di Nuova Delhi; secondo il tribunale internazionale, Italia e India sono chiamate a cooperare per definire e chiarire le condizioni e le modalità di rientro e permanenza di Girone nel Bel Paese, in pendenza della procedura arbitrale che dovrà decidere sulla controversia giurisdizionale del caso della Enrica Lexie, accaduto nel 2012. La Corte Suprema indiana ha fissato al 26 maggio la data dell’udienza per l’esame della questione.

Il caso Marò
Girone, padre di due figli piccoli, è attualmente l’unico dei due Marò accusati dell’omicidio di due pescatori indiani ad essere ancora trattenuto in India; il ministero degli Esteri ha ottenuto un punto a suo favore agli inizi di maggio, quando all’Aja la Corte permanente di Arbitrato ha stabilito che anche Girone deve attendere in Italia la conclusione dell’arbitrato su chi debba esercitare la giurisdizione sull’omicidio dei due pescatori avvenuto al largo delle coste del Kerala. Girone deve rientrare nel nostro Paese “per motivi umanitari”, come hanno stabilito i giudici, la stessa ragione sostenuto dall’Italia. Nell’ordinanza che porta la data del 3 maggio il tribunale arbitrale ha ordinato anche a Italia e India di collaborare per definire le modalità di rimpatrio del fuciliere; le condizioni di rientro saranno convalidate giovedì prossimo dalla Corte Suprema indiana.

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