Coronavirus fase 2, Conte risponde alle Regioni: “Nessuna ripartenza fino a maggio”

Le Regioni chiedono autonomia e linee guida nazionali per la riapertura nella fase 2. Conte fa sapere che fino al 3 maggio rimane il lockdown con le attuali restrizioni

Coronavirus fase 2, Conte risponde alle Regioni: "Nessuna ripartenza fino a maggio"

Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, al termine della cabina di regia ‘Governo-Regioni-enti locali’ per l’emergenza Coronavirus (Covid-19), ha dichiarato: “Abbiamo posto al governo alcune questioni relative alla fase 2, soprattutto perché riteniamo necessaria una condivisione fra l’esecutivo e le Regioni su come affrontare la fase della riapertura”. “Bisogna – ha continuato Bonaccini – che siano adottate linee guida nazionali che fissino le regole di carattere generale per la riapertura secondo fasi ben precise e graduali, lasciando autonomia alle Regioni per contemplare le singole specificità regionali in ordine agli aspetti relativi ai dati geografici, economici e sociali. Definire modalità che devono essere omogenei su tutto il territorio nazionale per evitare confusione, valutare obbligo per tutta la popolazione dei dpi”.

“Bisogna graduare la riapertura delle attività lavorative e dei servizi delle città e riorganizzare la mobilità della popolazione. È necessario posticipare, rispetto alla prima fase della riapertura, la mobilità extraregionale”. “Si può prevedere la possibilità di riapertura, anche dal 27 aprile, dei cantieri edili e di alcune filiere produttive maggiormente esposte alla concorrenza internazionale. In generale, bisogna poi superare la disciplina di apertura e chiusura delle attività produttive sulla base dei codici ateco e del regime autorizzatorio delle prefetture”.

“Serviranno modalità omogenee, concordate e programmate, per una prossima e graduale riapertura degli esercizi di somministrazione al pubblico (bar e ristoranti). Così come emerge una necessità sempre più forte di programmare per le modalità e i tempi di riapertura delle attività turistiche. Infine, è necessario prevedere misure efficaci di sostegno allo smart working”.

“Occorre affrontare le riaperture tenendo conto del sostegno all’infanzia, verificando soluzioni per la cura dei bambini in considerazione della chiusura di scuole, nidi e centri estivi. Possibilità di consentire, nel rispetto delle regole, una graduale ripresa della socialità dei bambini. C’è poi la necessità di concordare col ministero dell’Istruzione progetti specifici per la riapertura delle scuole da definire in netto anticipo rispetto alle date che verranno fissate”, ha detto infine.

La risposta di Conte
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte non ha alcuna intenzione di accelerare i tempi previsti per allentare le attuali restrizioni visti i risultati positivi riscontrati. Ma l’inizio della fase 2 si avvicina e serviranno regolamentazioni che solo un nuovo decreto può portare segnando così la fine del lockdown dal 4 maggio ma non prima come qualche Regione aveva chiesto. Per il momento dunque nessuna modifica o ripensamento riguardo alla data di fine fase 1.

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