Corruzione e riciclaggio, arrestate 24 persone in Italia: indagato anche il deputato Marotta

L’operazione “Labirinto”, portata avanti dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza di Roma, ha disposto 24 arresti, 5 misure d’interdizione e 1,2 mln di beni sequestrati. Indagati anche deputato Marotta ed un faccendiere: era il fulcro del sistema affaristico-criminale

Corruzione e riciclaggio, arrestate 24 persone in Italia: indagato anche il deputato Marotta

Ventiquattro arresti, dodici in carcere e dodici arresti domiciliari. Cinque misure d’interdizione, obbligo di dimora e divieto di attività professionale e sequestri per oltre 1,2 milioni di euro d’immobili, conti correnti e quote societarie. È quello a cui si è giunti grazie all’operazione “Labirinto” portata avanti dai militi del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza di Roma che ha indagato oltre 50 persone con reati contestati come associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale; corruzione; riciclaggio; truffa ai danni dello Stato e appropriazione indebita. Tra gli indagati c’è anche il deputato Marotta e l’ex sottosegretario Giuseppe Pizza con suo fratello Raffaele segretario nazionale di Democrazia Cristiana. Quest’ultimo, come riportato da “Gdf”, era «forte di entrature politiche e grazie a salde, antiche relazioni con relazioni con personalità di vertice, d’enti e società pubbliche», fungeva da legame tra l’ambito imprenditoriale e quello degli enti pubblici. Difatti il faccendiere, lavorava ne settore delle pubbliche relazioni e svolgeva «un’incessante e prezzolata opera d’intermediazione nell’interesse personale e d’imprenditori senza scrupoli, interessati ad aggiudicarsi gare pubbliche».

Intercettazioni su Marotta
Per quanto riguarda il parlamentare Antonio Marotta, (Area Popolare), è stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura, nonostante i pm avessero avanzato la richiesta d’arresto in carcere. Le accuse che gli sono state mosse sono per partecipazione ad associazione per delinquere, corruzione, finanziamento illecito dei partiti e riciclaggio. Il gip, tuttavia, non ha ritenuto abbastanza sussistenti alcune accuse: ha ridimensionato quelle di associazione per delinquere, riqualificato la corruzione in traffico di influenza illecita e, per le ipotesi di finanziamento illecito, ne ha considerata solo una. Anche il reato di riciclaggio è stato riqualificato dal gip in ricettazione, facendo infine cadere i presupposti per la misura di detenzione. Secondo le intercettazioni, il deputato puntava a rientrare al Cms (Consiglio superiore della magistratura), come emerso anche durante alcune telefonate in cui spiegava d’essere scontento di fare il deputato: «No, loro la fanno però devono passare i quattro anni, perché altrimenti non ci posso tornare, no? Io se potevo rimanere lì me ne fregavo di venire a fare il deputato a perdere tempo qua, stavo tanto bene là, il potere là è immenso, là è potere pieno, non so se rendo l’idea. Ci sono interessi, sono legati grossi interessi, grossi interessi non avete proprio idea», come riportato da “Tgcom24”.

Arrestati dipendenti dell’Agenzia dell’Entrate
Fratello di Giuseppe Pizza, ex sottosegretario alla pubblica istruzione dal 2008 al 2011, il faccendiere Raffaele Pizza, che ora è segretario nazionale della nuova Democrazia Cristiana, «sfruttava i suoi legami con la politica, e si adoperava per favorire la nomina ai vertici di enti e società pubbliche, di persone a lui vicine, così acquisendo ragioni di credito nei confronti di queste che, riconoscenti, risultavano permeabili alle sue richieste». L’“ufficio”, dove il faccendiere riceveva i contanti di provenienza illecita che poi smistava ed occultava, si trovava accanto al Parlamento, in una nota via del centro. Le indagini hanno avuto inizio dopo alcune segnalazioni per operazioni sospette nei confronti di un consulente tributario romano e, in seguito, anche per via di un labirinto di società a lui riferibili in grado di spostare grandi somme di denaro tra i conti correnti personali ed aziendali.

La struttura imprenditoriale illecita, infatti, avrebbe smosso nel corso degli anni ben 10 milioni di euro giustificati da fatture false a scopo d’evasione per costruire riserve di denaro nascoste al fisco e destinate per finalità illecite: il tutto era gestito attraverso un numero spropositato di società cartiere, gestite in concorso dai molteplici indagati. Tuttavia, per arrotondare alcuni controlli fiscali e quindi facilitare le azioni di rimborso sulle tasse, «il consulente si avvaleva anche di due dipendenti fidati dell’Agenzia dell’Entrate di Roma», ora arrestati. Infine, la lista degli oltre cinquanta tra arrestati e indagati vicini al sodalizio criminale, non sembra essersi conclusa poiché «sono ancora in corso le perquisizioni finalizzate all’acquisizione di ulteriori elementi utili al prosieguo delle indagini che stanno interessando oltre cento obiettivi tra la Capitale, il Lazio, la Lombardia, il Veneto, l’Emilia-Romagna, la Toscana, le Marche, l’Umbria e la Campania».

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