Delitto Ceste, legali di Michele: “Elena? Una psicopatica. Uscita di casa nuda e morta accidentalmente”

Gli avvocati difensori di Michele Buoninconti, unico indiziato sull’omicidio di Elena Ceste, hanno chiesto l’assoluzione dell’assistito perchè il fatto non sussiste: «Al di là di sospetti e illazioni non ci sono prove del delitto»

Delitto Ceste, legali di Michele: "Elena? Una psicopatica. Uscita di casa nuda e morta accidentalmente"

È sempre stato Michele Buoninconti l’unico indiziato sull’omicidio di Elena Ceste, sua moglie, scomparsa da Costigliole d’Asti il 24 gennaio del 2014, e trovata morta 9 mesi dopo in un canale di scolo. L’uomo è stato condannato a 30 anni di carcere, ma adesso la situazione potrebbe cambiare. I suoi avvocati difensori, Enrico Scolari e Giuseppe Marazzita, hanno infatti chiesto al giudice monocratico Roberto Amerio che Michele sia assolto «perché il fatto non sussiste». A loro avviso, Elena non sarebbe stata assassinata dal marito, ma il suo decesso sarebbe stato causato da altri fattori accidentali, come assideramento o un qualsiasi malore. Ma i legali dell’imputato hanno anche ipotizzato che la donna, la mattina del 24 gennaio 2014, in preda a una crisi nervosa uscì di casa dopo essersi denudata e morì accidentalmente nel canale del rio Mersa. «Elena Ceste era una psicotica, con personalità bipolare, una madre esemplare ma incapace di reggere il peso della sua doppia vita, e delle avventure extraconiugali», hanno dichiarato Scolari e Marazzita. «Elena era in stato di deficienza psichica e quindi poteva compiere gesti autolesionistici. E così è stato. Al di là dei sospetti e delle illazioni manca la prova dell’omicidio», hanno aggiunto.

I legali di Buoninconti: «Errori nelle perizie. Scena del delitto alterata»
Per Scolari ci sarebbero stati degli errori nelle perizie: «Non è assolutamente vero che il cadavere di Elena Ceste, la mattina del 18 ottobre 2014, sia stato trovato come “un soldato sull’attenti”, le braccia parallele al corpo, prono», ha detto smontando la tesi dell’accusa, secondo cui la donna era stata deposta dall’assassino con cura tra gli arbusti. Le foto dei rilievi dei carabinieri racconterebbero, invece, un’altra storia: il braccio sinistro, così come la gamba, perpendicolari al corpo; il dorso lievemente voltato; il cranio, inglobato in un sarcofago di fango, staccato dall’addome. Ma Fabrizio Pace, sindaco di Isola d’Asti, dopo essere accorso sul luogo del ritrovamento, aveva preso in mano la testa di Elena, senza pensare di alterare con quel gesto la scena del delitto. I familiari di Elena sono addolorati e pieni di rabbia per il ritratto della figlia dipinto dai due avvocati di Buoninconti. Per la madre è stata una pugnalata al cuore: «Se Michele pensava che mia figlia fosse una pazza, perchè non me l’ha restituita? Oggi sarebbe ancora viva», ha detto.

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