Delitto Rosboch, Defilippi confessa e si pente: “Chiedo scusa ai genitori, merito l’ergastolo”

Gabriele Defilippi confessa l’omicidio dell’ex insegnante Gloria Rosboch e chiede scusa ai genitori della vittima: «Sono distrutto, mi accollo tutto. Voglio solo porgere le mie più sentite scuse alla famiglia». E vuole essere punito con l’ergastolo: «Sono colpevole e me lo merito»

Delitto Rosboch, Defilippi confessa e si pente: "Chiedo scusa ai genitori, merito l'ergastolo"

«Sono colpevole e merito l’ergastolo». A quattro mesi dall’arresto, Gabriele Defilippi, accusato per l’omicidio di Gloria Rosboch, ha chiesto a sorpresa di essere interrogato e, davanti al procuratore di Ivrea Giuseppe Ferrando e assistito dal suo legale, l’avvocato Francesco Bertolino, ha parlato per sei ore dell’omicidio dell’ex insegnante di Castellamonte (Torino), la donna che ha strangolato con un laccio, gettandola poi nel pozzo di una discarica. E a sorpresa ha chiesto scusa ai genitori della vittima: «Chiedo scusa ai genitori di Gloria, ho visto in televisione quanto stanno soffrendo. Sono distrutto, mi accollo tutto. Voglio solo porgere le mie più sentite scuse alla famiglia». «Non voglio più uscire dal carcere, perché fuori ci devono stare gli innocenti, dentro i colpevoli come me», ha aggiunto il 22enne, recluso in una cella del carcere torinese delle Vallette dallo scorso 19 febbraio per aver ucciso l’ex insegnante, dopo averla truffata promettendole una vita insieme in Costa Azzurra in cambio di ben 190 mila euro, in contanti.

«Vorrei essere io al posto di Gloria. Sono profondamente pentito. Prima non mi rendevo conto, ero una persona diversa. Adesso capisco quello che ho fatto», ha ammesso Defilippi. E durante l’interrogatorio ha ribadito più volte l’intenzione di voler essere punito. «Devo prendere l’ergastolo, ma non da solo», ha detto facendo ancora riferimento al suo amante Roberto Obert, arrestato insieme a lui nei mesi scorsi, descrivendolo come «un mostro», oltre che come l’autore materiale del delitto. «Io guidavo, lui l’ha strozzata», ha detto. Una versione che però contrasta con la perizia dei Ris di Parma, che non hanno trovato invece le sue tracce al posto di guida. Ha cercato invece di scagionare ancora la madre, Caterina Abbattista, anche lei in carcere con l’accusa di complicità: «Lei non c’entra nulla».

«La mia vita in galera mi ha dato delle regole»
Gabriele, che ha interrotto da alcune settimane lo sciopero della fame, che lo ha portato a dimagrire tantissimo, fino a pesare 55 chili, è apparso adesso in buone condizioni. Assume ancora psicofarmaci, ma in quantità inferiori rispetto ai primi tempi della carcerazione. «La mia vita in galera mi ha reimpostato, mi ha dato delle regole», ha confessato al magistrato, aggiungendo di essere seguito da consulenti, psicologi, educatori, «tutte persone con cui mi trovo bene e che si prendono cura di me».

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