Dislessia, da uno studio italiano arriva in aiuto un pacemaker celebrale non invasivo
Il 3% dei bambini in età scolare, in Italia, soffre di dislessia. Questo disturbo non è altro che la difficoltà che hanno alcuni bambini a leggere velocemente e correttamente, nonché ad elaborare e comprendere quello che leggono. Con una speciale tecnica chiamata “Stimolazione transcranica a corrente diretta”, studiata ed elaborata da alcuni ricercatori di Neuropsichiatria infantile dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, in collaborazione con il Laboratorio di stimolazione cerebrale della Fondazione Santa Lucia, i bimbi affetti da tale disturbo potrebbero migliorare di gran lunga la velocità e l’accuratezza nelle prove di lettura. La tecnica di Stimolazione transcranica a corrente diretta, consisterebbe in una sorta di pacemaker cerebrale non invasivo che prevede il passaggio di corrente a basso voltaggio. Il metodo, utilizzato già per la terapia di alcuni disturbi come l’epilessia focale o la depressione, potrebbe davvero essere un metodo valido per combattere le difficoltà che i soggetti, affetti da tale malattia, hanno sull’apprendimento, sulla sfera sociale e psicologica.
In sei settimane un miglioramento pari al 60%
I bambini che sono stati sottoposti al trattamento attivo per sei settimane hanno migliorato del 60% la velocità e l’accuratezza in alcune prove di lettura, passando da 0,5 a 0,8 sillabe lette al secondo. La tecnica di Stimolazione transcranica a corrente diretta interviene su alcune aree della corteccia che presentano una bassa connettività neuronale, anche a riposo. «Alcuni dislessici presentano in alcune aree della corteccia una bassa connettività neuronale, anche a riposo, come se fosse un motore mal carburato che gira male al minimo e che non risponde quindi con la dovuta prontezza alle sollecitazioni quando c’è bisogno di accelerare», ha dichiarato Giacomo Stella, fondatore dell’Associazione italiana dislessia (Aid) e professore ordinario di Psicologia clinica all’Università di Modena e Reggio. «Naturalmente è importante ricordare che, come ogni terapia, non va applicata a tutti e che vanno ancora studiati bene gli effetti a distanza», ha aggiunto.
Nessun effetto indesiderato rilevante
Attraverso la valutazione clinica e un questionario standard sulla presenza di effetti collaterali, mal di testa, rossore sulla pelle, prurito, rivolto ai partecipanti a ogni seduta è stata valutata la sicurezza del trattamento. In tutti i trattamenti circa 324 non si sono riscontrati effetti indesiderati significativi e nessun partecipante ha chiesto di interrompere il trattamento. Lo studio, finanziato dal ministero della Salute italiano, è stato condotto secondo le norme della World Medical Association’s Declaration of Helsinki e autorizzato dal Comitato etico indipendente del Bambino Gesù.