Doping: atletica Italiana sotto processo, chiesta la squalifica per 26 azzurri

Nomi illustri come Donato, Howe ed altri avrebbero rinunciato alle analisi di routine dell’antidoping. A rischio la loro presenza nei prossimi giochi di Rio 2016. Tutto dipenderà dal maxi processo che si terrà al Foro Italico, in cui verranno decise le sanzioni da applicare agli atleti incriminati. La procura antidoping della Nado-Italia chiede 2 anni di sospensione per 26 azzurri per aver eluso i controlli

Doping: atletica Italiana sotto processo, chiesta la squalifica per 26 azzurri

Una tempesta ha colpito il mondo dell’atletica italiana che, a meno di un anno dall’inizio dei giochi di Rio 2016, rischia di perdere molti suoi atleti. La parola adesso passa al Tribunale Nazionale Antidoping che svolgerà un maxi processo al Foro Italico. La procura Antidoping della Nado-Italia ha avanzato accuse ben precise e molto pesanti: 2 anni di sospensione dall’attività agonistica per 26 atleti azzurri che hanno eluso i controlli dell’antidoping. I nomi usciti fuori sono: il velocista Simone Collio, argento nella staffetta 4×100 a Barcellona 2010, Andrew Howe, campione europeo di corsa campestre nel 2012, Andrea Lalli e i triplisti Daniele Greco e Fabrizio Donato, quest’ultimo Bronzo a Londra 2012, medaglie che ora potrebbero essere ritirate, ma la decisione spetterà ai giudici che decideranno da quando far partire la decorrenza del reato e le eventuali squalifiche in merito alle violazioni venute fuori dall’indagine “Olimpia”, condotta dai Nas-Ros della sezione di Trento su ordine della procura di Bolzano, in seguito al caso doping di Alex Schwazer del luglio 2012. Nel 2014 la stessa indagine è passata alla Procura Antidoping comandata da Tammaro Maiello, che ha eseguito accertamenti anche su un milione di email. Il Tribunale però potrebbe decidere di far decorrere i tempi proprio a luglio 2014, così negherebbe la partecipazione a Rio 2016 a molti atleti azzurri incriminati.

Il presidente della Fidal Alfio Giomi ha dichiarato: «Ci tengo a ribadire la totale fiducia nell’operato della Procura Antidoping del Coni e auspico una rapida conclusione dell’iter giuridico, mentre sottolineo quanto dichiarato a suo tempo, cioè la decisione del consiglio federale, tutt’ora in carica, dello scorso 28 febbraio dove si è deciso che ogni atleta che salta il secondo controllo, o non ha ricevuto la comunicazione, non verrà in nessuna maniera difeso dalla Federazione; inoltre si è deciso, il 20 dicembre del 2013, di sottoscrivere un codice etico dell’atletica italiana che prevede l’automatica estromissione dalle squadre nazionali per gli atleti condannati a pene superiori a due anni di squalifica riguardanti il doping». Potrebbero anche essere accusati: Bertolini, Bourifa, Campioli, Donati, Faloci, Galvan, Gibilisco, Incerti, La Rosa, Licciardello, Meucci, Obrist, Pertile, Riparelli, Salis, Schembri, Secci, Slimani, Tamberi, Vistalli e Weissteiner. In merito all’accusa di doping, Silvia Salis ha precisato: «Prima di tutto dico che l’accusa per cui sono indagata non è una vicenda di doping, ma solo problemi di ricezione della reperibilità da parte di Wherabout, sistema di monitoraggio del Coni per segnalare ogni movimento dell’atleta. Chi mi conosce sa benissimo che in 15 anni di carriera ho sempre condannato qualsiasi forma di doping. Per quanto mi riguarda, l’unica accusa che rivolgo è che il sistema aveva evidenti falle tecniche».

Archiviazione per scadenza dei termini
Sempre per quanto riguarda la scadenza dei termini, la Procura ha richiesto nei confronti degli atleti azzurri l’archiviazione per la mancata reperibilità, così facendo verrebbero prosciolti 39 tesserati Fidal fra cui il marciatore Schwazer, Di Martino, campionessa europea nei 400 metri, Libania Grenot e la trapezista La Mantia, vice-campionessa a Barcellona 2010. Dopo lo scandalo della Russia, il mondo dell’atletica sembra non trovare più pace.

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