Eco-plastica: materiale biodegradabile che si piega e non si rompe grazie a guscio uova

Secondo un recente studio americano, presentato al meeting annuale dell’American Chemical Society, i gusci d’uovo potrebbero rappresentare una nuova forma d’imballaggio intelligente. Aggiungendo frammenti di gusci d’uovo alle plastiche eco friendly si potrà realizzare materiale biodegradabile che si piega ma non si rompe

Eco-plastica: materiale biodegradabile che si piega e non si rompe grazie a guscio uova

Secondo un team di ricercatori della Tuskegee University, università privata sita in Alabama negli Stati Uniti, i frammenti di guscio d’uovo potrebbero essere la base per la realizzazione di un nuovo materiale biodegradabile che si piega ma non si rompe. Lo studio è stato presentato al 251esimo meeting annuale dell’American Chemical Society. «Rompiamo i gusci d’uovo fino a ottenerne le più piccole componenti e poi le aggiungiamo a una speciale miscela di bioplastiche che abbiamo sviluppato», ha affermato il ricercatore Vijaya K. Rangari. «Queste nanoparticelle di guscio aggiungono resistenza al materiale e lo rendono molto più flessibile di altri materiali sul mercato, crediamo che queste caratteristiche, insieme alla biodegradabilità nel terreno, possano rendere le bioplastiche con gusci d’uovo un materiale di imballaggio davvero alternativo», ha proseguito. La nuova proposta rappresenterebbe anche un fattore che andrebbe ad incidere anche in modo minore sull’ambiente. Andrebbe a non incentivare ma a lenire in qualche modo la problematica relativa all’inquinamento ambientale derivato dal consumo e alla dispersione eccessiva di plastica nell’ambiente circostante. Secondo recenti studi le statistiche parlano di una produzione pari a 300 milioni di tonnellate di plastica all’anno. Quest’ultima se bruciata, rilascia diossido di carbonio nell’atmosfera, contribuendo ai cambiamenti climatici.

Bisogna puntare sulle bioplastiche
I ricercatori, nonché produttori, adesso mirano ad ottenere una tipologia di plastica che sia in grado di decomporsi nell’ambiente, le bioplastiche. La plastica che ancora domina in modo spropositato il nostro mercato, ottenuta da petrolio greggio e altri combustibili fossili, una volta arrivata nei rifiuti non si decompone facilmente, così facendo rimane per anni e anni nel nostro ambiente causando inquinamento ambientale e contribuendo se bruciata, ai cambiamenti climatici. Quest’ultima infatti, bruciando diossido di carbonio è spesso una tra le cause scatenanti di problemi climatici altamente nocivi per la salute umana. I ricercatori adesso mirano a creare bioplastiche composte principalmente da materiale altamente biodegradabile che una volta arrivato nell’ambiente si decompone in tempi molto ristretti, andando cosi a intaccare in modo quasi nullo l’ambiente che ci circonda.

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